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Il Circolo Pd della Bolognina sfrattato dagli ex Ds

Tensione a Bologna, dove la fondazione che custodisce il patrimonio degli ex Ds ha deciso di mettere alla porta (o quasi) il circolo Pd

Il Circolo Pd della Bolognina sfrattato dagli ex Ds

Il circolo della Bolognina fa parte della storia della sinistra. Fu lì che Achille Occhetto, ex segretario del Pci, rottamò la falce e il martello lanciando il Pds, che poi sarebbe diventato Ds, confluito anni dopo nel Pd. Ora da quel circolo arriva la clamorosa notizia di uno "sfratto": la fondazione Duemila (che gestisce il patrimonio ex Ds), proprietaria dei fondi, ha deciso di mettere alla porta il Pd. E ovviamente si è subito scatenata la polemica, anche se bisogna chiarire bene i fatti.

Prima di tutto il circolo non si trova nello stesso luogo dove avvenne la svolta di Occhetto. Quella sala, lì vicina, oggi ospita il salone di un parrucchiere cinese. Nei locali del circolo Bolognina del Pd, in piazza dell'Unità, si trovano moltissimi cimeli del vecchio Pci, tra cui manifesti, foto, scrivanie, documenti sugli iscritti (con i dati sensibili) e un busto di Lenin che pesa 35 kg. Quando i militanti dem sono entrati hanno fatto l'amara scoperta: il materiale era stato trafugato. Hanno pensato che qualcuno fosse entrato, di soppiatto, e per questa è intervenuta anche la Digos. Poi, però, sono stati chiariti i fatti: non si trattava né di ladri né di vandali. E' stata una società immobiliare a iniziare dei lavori, spostando il materiale che si trovava nei locali. Ma lavori per cosa? A quanto risulta la sede sarà divisa in due parti: una, quella più grande, ospiterà la Fondazione, la parte più piccola invece resterà ai democratici.

Nessuno sfratto vero e proprio, dunque, ma solo una mancata comunicazione. Mauro Roda, presidente della fondazione, al Corriere assicura che si è trattato di un "disguido". Ma non si placa la tensione e il nervosismo in casa dem. "Avevamo in programma una tombola il prossimo sabato, ora dovranno risarcirci", tuona il segretario del circolo Mario Oliva. A indispettire il Pd c'è la modalità dell'intervento, deciso dalla fondazione.

Anche se, in ballo, ci sono parecchi soldi (si parla di circa un milione di euro) che il partito deve alla fondazione per affitti arretrati.

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