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Salvini torna nel centrodestra Berlusconi: presto al governo

Summit del disgelo tra i leader: intesa sulle Regionali Il presidente Fi: «A breve finirà l'ubriacatura col M5s»

Centrodestra unito «da valori comuni»; Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia insieme ovunque alle prossime regionali; azione, nel governo e fuori, per far entrare nella manovra economica i punti del programma di coalizione, Flat tax ma anche misure per crescita, sviluppo, imprese, occupazione.

Il comunicato congiunto, alla fine dell'incontro a Palazzo Grazioli, dove Silvio Berlusconi riceve Matteo Salvini e Giorgia Meloni, suona le trombe di un'intesa ritrovata. Parla di accordo sia locale che nazionale e di prospettiva per il futuro, «nel solco di un'esperienza consolidata, premiata dai risultati del buongoverno in tutte le realtà che amministra».

Berlusconi, soddisfatto, esce dalla residenza e dice alle telecamere che una «garanzia» l'ha avuta e ci può essere un futuro diverso: «Il centrodestra unito funziona, non solo esiste ma resiste. Un mio pronostico? In un futuro non lontano tornerà alla guida del governo e del Paese, per fortuna degli italiani che usciranno presto dall'ubriacatura con i 5S». Poi, qualche fendente al governo cui, «per senso di responsabilità», ha consentito di nascere, ma che non sta facendo «nulla che serve per la ripresa e lo sviluppo», come la riforma del fisco, della burocrazia, della giustizia, della sicurezza e dello Stato sociale, «di cui l'Italia ha bisogno».

Il confronto inizia poco prima delle 14, con un semplice pranzo e sono presenti il vicepresidente di Fi Antonio Tajani e la senatrice Licia Ronzulli; Ignazio La Russa per Fdi e Giancarlo Giorgetti per la Lega. Le tensioni sembrano superate e con quest'operazione Fi riesce a mettere in difficoltà l'asse Lega-M5s. Salvini lo sa. «Abbiamo parlato di tasse, lavoro e immigrazione», dice. Teme i malumori dei grillini? «Fa parte del mio lavoro ascoltare tutti». Ma i «tutti» sono i suoi partner di coalizione, che hanno preteso fosse chiarito il loro ruolo. Il Capitano rassicura i 5S sul piano Crimi per l'editoria, allontana il sospetto di aver dato garanzie al Cavaliere sulle sue aziende: «Mai parlato di pubblicità con Berlusconi, né al governo». Più tardi, Giorgetti aggiunge: «Il governo lavorerà, e bene, per tutti i 5 anni previsti, rispettando il contratto di governo».

Di Foa alla Rai a palazzo Grazioli si parla solo lo stretto necessario, il via libera è deciso. Ci si accorda su candidati condivisi per le regionali: ogni forza proporrà una terna di nomi che gli alleati valuteranno per la Regione che la riguarda. Le minacce del Carroccio di correre da solo, come in Abruzzo, magari favorendo i grillini, dunque sono cadute. A Fi dovrebbero andare Piemonte, Calabria e Basilicata, alla Lega la Sardegna, a Fdi l'Abruzzo.

E c'è l'intesa di condizionare il governo, dalla maggioranza (Lega) e dall'opposizione (Fi e Fdi) sulla legge di bilancio, con la «precisa volontà di contribuire nell'interesse dell'Italia a trasformare in atti dell'esecutivo i principali punti del programma centrodestra». A Salvini, gli azzurri assicurano un'opposizione «seria e responsabile», voteranno i provvedimenti se saranno quelli previsti dalla coalizione. Sul reddito di cittadinanza, che gli altri contestano con forza e dati alla mano, il Capitano sembra in difficoltà.

Verso le 16, Berlusconi deve incontrare il segretario del Ppe, Antonio Lopez Isturiz, per capire l'atteggiamento europeo verso l'Italia e Salvini esce per un colloquio con il ministro dell'Interno tedesco. Va nel palazzo di fronte, alla residenza da ministro dell'Interno, dove incontra i sottosegretari all'Economia, Massimo Bitonci e Massimo Garavaglia. Rientrerà più tardi, per concordare la nota finale.

«Esito positivo», commenta l'azzurra Mariastella Gelmini.

E Deborah Bergamini, su Twitter: «25 anni di matrimonio non si rompono per una scappatella».

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