Cronaca locale

Serate Musicali al via «Cinquant'anni in scena fra star e nuovi talenti»

Il fondatore Fazzari: «Una bellissima follia» Si riparte il 24 con Orff. Tra i vip c'è Petrenko

Luca Pavanel

«Ricordo cinquanta anni or sono l'idea di far nascere una stagione musicale all'interno della Società del Giardino. Una follia, che alcuni magari definiranno una catastrofe». Tutto diventò le Serate Musicali «che hanno proposto qualcosa che non esiste da nessun'altra parte in Italia. E forse nemmeno all'estero». L'incontro a Palazzo Marino con il fondatore delle Serate, Hans Fazzari, diventa un viaggio nella storia di questa stagione tra aneddoti, ricordi affettuosi e di stima («grande la figura di Carlo Maria Badini», esclama il Maestro), con allo stesso tavolo il compositore-assessore alla Cultura Filippo Del Corno, il pianista-musicologo Luca Ciammarughi e il critico musicale del Corriere della Sera Enrico Girardi. Scambi di idee. Ognuno per la sua parte ha contribuito al varo di questa nuova edizione: il primo concerto un'anteprima, sarà lunedì prossimo con l'Orchestra Antonio Vivaldi diretta da Lorenzo Passerini alle prese con il «Bolero» di Ravel, i «Carmina Burana» e «Cantiones profanae» di Carl Orff.

Ritornando alla conferenza, ecco Del Corno raccontare le sue frequentazioni della rassegna di qualche anno fa, l'incontro col pianista Bruno Leonardo Gelber, «un grande - dice l'assessore - ascoltato proprio grazie a questa manifestazione». Questo per dire che una delle vocazioni che le Serate Musicali avevano e continuano ad avere è quella di puntare sì, sui nomi arcinoti, ma pure di cercare e individuare il vero valore, tra i giovani e non. Concetto ripreso da Ciammarughi che, programma alla mano, snocciola gli interpreti di quest'anno, i giganti come il pianista Andràs Schiff, il violista Yuri Bashmet, il violinista Kremer - per dirne alcuni. E i grandi ritorni, come Vengerov e Pletnev. «Spazio appunto ai giovani - cosi sintetizzando le sue parole approfondisce il musicologo che è anche voce di Radio Classica - non necessariamente i concorsisti da primo premio, pure quelli che si sono distinti al di là del tecnicismo», delle richieste dello star system. Un esempio può essere Lucas Debargue (in scena il 18 marzo): nel 2015 conquista pubblico e critica della 19Esima edizione del Premio Caikovskij; trionfa, ma non vince il prestigioso Concorso Internazionale. Si aggiudica però il gran premio della critica «per il suo dono unico, la sua libertà creatrice, la bellezza delle sue interpretazioni». Già, proprio così.

La discussione prosegue coi numeri. In scena andranno 17 orchestre con la prima volta di Kirill Petrenko alla testa della Euyo. Un totale di 41 concerti nella stessa «casa», il Conservatorio «Giuseppe Verdi»; come altri anni pure il ciclo «Andiamo all'Opera», spettacoli sul fronte dell'avanguardia e iniziative collaterali di musica e letteratura, musica e cinema, musica e arte. Una nota dalla critica. Arriva una domanda formulata alla fine dal critico Girardi: come poter raccontare, rendere più visibili quei musicisti di valore meno noti tra il pubblico che a volte (spesso) vengono oscurati dai grandi eventi? Questione non da poco.

Magari se ne potrà parlare martedì, quando alla Scala ci sarà un'intera giornata dedicata alla critica musicale, ai suoi problemi, alle sue prospettive.

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