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Quell'arbitrato milionario che imbarazza il premier

Quell'arbitrato milionario che imbarazza il premier

Nuove polemiche sul concorso all'Università la Sapienza cui il premier Giuseppe Conte ha rinunciato, un po' obtorto collo, nelle scorse settimane. A sollevarle, ipotizzando «nuove incompatibilità ed evidenti conflitti di interessi» è l'Espresso, che ha anticipato ieri i contenuti di un'inchiesta che sarà pubblicata sul numero domani in edicola.

Al centro dell'indagine del settimanale, la commissione che avrebbe dovuto giudicare il premier. Il presidente, infatti, è il professor Enrico del Prato. Lo stesso professor del Prato che nel 2017 «aveva pure indicato Conte - scrive l'Espresso - come presidente di un arbitrato milionario alla Camera arbitrale di Milano, nel quale lo stesso del Prato era arbitro di parte. Si tratta della delicata causa internazionale tra la Sogered, una società dell'Arabia Saudita, e la nostra Leonardo-Finmeccanica. Valore della lite: 27 milioni di euro». Dunque, nel caso in cui il premier si fosse presentato al concorso per conquistare la cattedra del suo maestro (ed ex socio) Guido Alpa, avrebbe trovato a giudicarlo lo stesso collega che lo aveva scelto per l'arbitrato milionario.

Il conflitto d'interessi di fatto non si è concretizzato, e non solo perché Conte ha deciso di rinunciare al concorso. Il premier infatti ha lasciato l'arbitrato prima di giurare. da presidente del Consiglio. Il professor del Prato spiega all'Espresso che non c'erano profili di incompatibilità. Ma una replica via agenzie di stampa al settimanale arriva anche dal presidente del Consiglio: «Si menziona - afferma il premier dopo aver ricordato le precedenti polemiche sul concorso - una procedura arbitrale che sarebbe all'origine di un mio presunto conflitto di interessi con un componente della commissione di concorso. Questa procedura arbitrale, avviata nel giugno 2017 ben prima del bando di concorso che risale al gennaio 2018 e ben prima della ancor successiva nomina dei componenti della commissione di concorso, ha visto me nella parte di presidente del Collegio arbitrale e il prof. Enrico del Prato nella parte di componente del medesimo Collegio arbitrale. Insomma entrambi eravamo dalla medesima parte: giudici della controversia. Se poi si vuole alludere al fatto che vi fosse una pregressa conoscenza tra partecipante al concorso e commissario dello stesso, questo vale anche per i rapporti tra me e gli altri commissari di concorso, ma vale anche per gli altri partecipanti al concorso: ci conosciamo tutti da anni perché siamo tutti professori ordinari da molti anni, ci incontriamo spesso nei convegni e spesso ci ritroviamo coinvolti in iniziative scientifiche comuni.

Per completezza aggiungo che alla presidenza della procedura arbitrale in oggetto ho rinunciato alcuni giorni prima di prestare giuramento come presidente del Consiglio».

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