Cultura e Spettacoli

Ferrándiz narra le origini violente ma epiche di Barcellona

Il romanzo storico che racconta la Barcellona del IX secolo

Ferrándiz narra le origini violente ma epiche di Barcellona

Le terre di confine, quelle dove divampa lo scontro di civiltà o quelle dove la civiltà quasi non arriva, sono quelle dove le esistenze umane sono portate al limite. E quindi divengono epiche. Per rendersene conto basta pensare all'epopea del West o ai confini dell'India raccontati da Kipling. Lo scrittore spagnolo Juan Francisco Ferrándiz ha ottenuto un successo editoriale notevole, in patria, raccontando una di queste frontiere seppellita nel cuore della storia medievale europea. Una frontiera di cui si parla poco ma che fa ripensare alla Chanson de Roland. Il romanzo di Ferrándiz si intitola La terra maledetta e in Italia arriverà a brevissimo in libreria per i tipi di Longanesi (pagg. 732, euro 19,90). Il romanzo ci porta nella Barcellona franco-gota del IX secolo (la narrazione inizia nell'anno del Signore 861). La città non è ancora il potente centro di traffici che sarà nel Basso medioevo. Conta poco più di 1500 anime, è continuamente minacciata dall'attacco dei mori. Ma la minaccia di Al Andaluz è solo uno dei problemi di questa piccola e malconcia comunità in cui cristianesimo e paganesimo si intrecciano. La nobiltà locale è attraversata da lotte di potere, la sopravvivenza è difficile per tutti e alla fine si deve cedere a compromessi tutt'altro che edificanti. Però alla fine da questo gorgo putrido e malsano uscirà qualcosa di duraturo: proprio Barcellona.

Questa in sintesi la storia che racconta Ferrándiz, di mestiere avvocato, che però in questo suo primo romanzo, apprezzato anche da Ildefonso Falcones, rivela di avere penna e piglio per la ricerca storica. Ma soprattutto la capacità di tenere in equilibrio i fatti, la finzione e il mito. Il personaggio più riuscito è quello del Vescovo Frodoino (realmente esistito ma di cui si sa pochissimo). Questo giovane franco, religioso ma soggetto a tentazioni molto carnali, si trova a gestire una situazione complessa. Potrebbe venirne schiacciato in qualunque momento. Eppure è armato di un sogno, che prende forma nella cattedrale che diventerà l'attuale Sant'Eulalia.

Ma se Frodoino è il motore (furbo e quanto mai mobile) della vicenda, attorno a lui girano molti altri personaggi - nobili e plebei - che animano un bell'affresco.

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