Cultura e Spettacoli

La "contemporanea" svolta con Wooten e con "The Yellow Shark" di Frank Zappa

Un cartellone che apre verso altri generi. Mistero sulla presenza di Jarrett

La "contemporanea" svolta con Wooten e con "The Yellow Shark" di Frank Zappa

Su il sipario, è tempo di musica contemporanea. Via alla 62esima edizione della Biennale di Venezia, quest'anno intitolata Crossing the Atlantic, dal 28 settembre con l'integrale di The Yellow Shark firmato Frank Zappa allo show Robòttin live-dj set del 7 ottobre. È l'evento cultural-artistico che si tiene nel nome di ricerca e sperimentazione ritmico-sonora e che quest'anno ha avuto una svolta. Un passo indietro per capire: quando è stato annunciato il Leone D'Oro 2018 - il premio numero uno dell'evento - non pochi «duri e puri» sono sobbalzati sulla sedia. La prestigiosa statuetta veniva conferita alla star mondiale del pianoforte jazz Keith Jarrett (sostituito causa malattia con pagine di Elliott Carter il 29 del mese -), seguito dall'argentino Sebastian Rivas, con un bel passato pure lui in jazz e rock; e ancora nella programmazione le musiche di Astor Piazzolla (2 ottobre) detto in soldoni, seppur trasfigurato il mondo del tango. Cose e personaggi che da queste parti, dove prevaleva un certo tipo di «colta e sacra» estetica d'arte, non si potevano neppure nominare.

Ma il mondo cambia. Il direttore artistico-compositore Ivan Fedele, che riguardo alle scelte parla di una «più attuale interpretazione del concetto di contemporaneità» afferma: «Abbiamo lasciato una finestra aperta, sappiamo che Jarrett verrà, non sappiamo quando. Naturalmente lo accoglieremo con tutto l'entusiasmo che merita». Per la sostituzione del pianista non si è puntato su un altro nome dello stesso ambito, la logica è stata dettata dal tema «dell'attraversamento dell'Atlantico» appunto, che aleggia un po' su quasi tutte le proposte. Ed è spuntato Carter «compositore cresciuto nel vecchio continente, dal punto di vista degli studi spiega Fedele , soprattutto in Francia; che poi ha portato la sua esperienza negli Stati Uniti». Contribuendo, come altri colleghi, alla crescita delle «opzioni compositive» tra i giovani americani. Secondo il direttore è stato interessante contestualizzare quelli che sono i generi di un continente «che agli europei spesso sfugge aggiunge Tra gli altri, penso anche a Victor Wooten (5 ottobre) bassista straordinario che fa una musica particolare tra jazz e fusion, un concerto piuttosto emozionante». Si passa al Leone d'Argento, quindi a Rivas: la sua produzione si manifesta in una dimensione teatrale, con argomenti «sensibili» della storia recente del Sudamerica come l'incontro tra Pinochet e la Tatcher. Ce ne è per tutti gusti, insomma. Difficile scegliere tra le decine di concerti proposti in una sorta di Babele dei linguaggi da scoprire o riscoprire. Ma tre della lista sembrerebbero davvero irrinunciabili. Per Fedele Aliados (6 ottobre) è un'opera forte, attuale, «che va vista in un momento in cui i conflitti sociali sono all'ordine del giorno». Chi ama il virtuosismo sfrenato probabilmente non può mancare Wooten, lo spettacolo sarà a Mestre.

Infine il primo della lista apprezzato a suo tempo da Pierre Boulez, ovvero Zappa: uno dei protagonisti del live è David Moss, tra i più originali vocalist in circolazione.

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