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Vaccini no, droga sì: il mondo sottosopra voluto dai grillini

Vaccini no, droga sì: il mondo sottosopra voluto dai grillini

Il più grande errore di chi critica ferocemente la linea politica grillina è la sopravvalutazione. Perché a forza di sovvertire lo status quo (la casta, i privilegi, i vincoli economici), il Movimento 5 Stelle sta creando un Paese alla rovescia dove a finire ribaltate sono anche la scienza, la ragione e soprattutto il buonsenso. Sicché una linea politica non serve più: basta una spirale demenziale.

Se ci fosse un disegno, sarebbe attaccabile ma coerente. La sensazione invece è che il governo a trazione grillina voglia solo distruggere tutto quanto c'era prima, paranoicamente presentato agli elettori come marcio, corrotto e inefficiente. Per farlo, non bada al sottile e cambia le cose a casaccio per il gusto di cambiare, con la stessa vacua ratio per cui nella moda dopo la stagione del verde menta arriva quella del turchese o del cipria.

Non si spiegano altrimenti certe uscite. L'ultima è stata ieri quella del ministro della Sanità (non del Cabaret, proprio della Sanità). Giulia Grillo è riuscita a sostenere nella stessa intervista la necessità di cancellare l'obbligo del vaccino esavalente e quella di legalizzare le droghe leggere. La lotta a difterite, poliomielite, epatite e via dicendo è «raccomandata ma non obbligatoria». Invece la cannabis non dovrebbe essere vietata, «ma purtroppo non è nel programma di governo». E pazienza se pochi mesi fa il Consiglio Superiore di Sanità - che a occhio qualche titolo dovrebbe averlo - ha proposto di bloccare anche la vendita di quella a basso livello di principio attivo, perché «non si può escludere la pericolosità del THC anche a bassa concentrazione». È la nuova era della Sanità insana, della Salute tossica.

In queste ore si stanno anche cercando le risorse per varare il reddito di cittadinanza. Per trovare le coperture - al netto delle smentite di facciata - sarà necessario cancellare il bonus degli 80 euro di Renzi. In uno Stato paternalista e clientelare come l'Italia, ognuno dà le mance a chi vuole, purtroppo. E i grillini tolgono gli 80 euro al ceto medio di insegnanti e lavoratori dipendenti già devastati dal fisco per garantire un salario anche a chi non studia, non cerca un'occupazione o peggio ancora lavora in nero. È la nuova era della Meritocrazia immeritata.

Si potrebbero fare molti altri esempi. Casaleggio teorizzava la decrescita felice e Di Maio cerca in ogni modo di spendere il più possibile a costo di aumentare il deficit come un governo Dc qualsiasi. I tecnici dell'Economia sono da purgare perché troppo precisi e competenti mentre le schiere dei portavoce e degli assistenti si popolano di simpatizzanti e compaesani scelti senza curriculum ma in base a criteri come l'onestà. Su Rousseau si votava perfino sul colore delle bandane di Di Battista e ora Rousseau è inattiva e Grillo profetizza l'abolizione del Parlamento. Volevano l'informazione fluida e libera su Internet e ora minacciano di chiudere i giornali nemici. È la nuova era della classe dirigente che dirige senza patente e senza gps.

Sarebbe anche divertente, se fosse una barzelletta, un film di Woody Allen o banalmente succedesse altrove. Invece capita qui e in fondo non fa ridere. Perché il capovolgimento sistematico della realtà un po' fa pensare agli slogan del Grande Fratello in 1984: «La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L'ignoranza è forza».

Ecco, il Movimento 5 stelle è sicuramente un partito forte.

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