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La Roma prende un brodino per il derby

Battuto il Frosinone 4-0, testa già alla Lazio. E Baldini sbatte la porta per colpa di Totti

La Roma prende un brodino per il derby

Dopo 38 giorni senza vittoria battere il Frosinone in casa era il minimo sindacale, d'accordo. Ma per come la Roma era arrivata a questa partita nulla era scontato: Di Francesco prende una boccata d'ossigeno in attesa della Lazio dopodomani, qualche giocatore importante torna a dare segnali di vita e la zona Champions torna a soli due punti di distanza. Non basterà comunque per avere una serena vigilia di derby, perché ieri pomeriggio è esplosa la bomba-Baldini ed è fin troppo facile prevedere che il caso continuerà a tenere banco.

Tutto è cominciato qualche giorno fa quando sono stati anticipati alcuni stralci della biografia di Francesco Totti («Il capitano», scritta insieme al giornalista Paolo Condò), che oggi festeggerà il 42° compleanno presentandola al Colosseo. In particolare l'ex numero 10 giallorosso racconta come a spingere perché lasciasse il calcio giocato alla fine della stagione 2015-16 non sia stato solo Spalletti ma anche la società e in particolare Franco Baldini con cui non ha mai avuto un rapporto facile (nel 2011, quando tornò a Trigoria, lo definì «pigro»).

Il problema è che nel frattempo di quella dirigenza Totti è divenuto espressione, e dopo le anticipazioni di cui sopra Baldini deve aver pensato che a questo punto uno dei due è di troppo. Il consulente di James Pallotta, che da qualche mese è anche entrato nel comitato esecutivo del club, sarebbe sul punto di lasciare l'incarico. Dagli Usa il presidente ha smentito («Non me lo ha mai detto e comunque, se lo facesse, respingerei le sue dimissioni») ma la situazione è tutto fuorché tranquilla. Ufficialmente Baldini non ha voluto commentare ma una frase piuttosto acida se l'è fatta scappare con Il Tempo: «Le frasi di Totti? È parola di capitano, non vedo come possa discuterla con la minima speranza di seminare almeno un dubbio».

In questo clima burrascoso la goleada ai danni del Frosinone ha avuto, come detto, almeno il sapore di una breve tregua. Di Francesco si era anche preso qualche rischio lasciando a riposo Dzeko e Florenzi (non De Rossi, che ieri sera ha collezionato la sua presenza numero 600 con la Roma) ma la partita è finita subito sul binario giusto quando Ünder, dopo neanche due giri di orologio, ha preso palla sulla trequarti e ha scaricato un gran sinistro dal limite alle spalle di uno Sportiello un po' complice.

Reazione del Frosinone volenterosa ma inoffensiva, giallorossi che dopo un quarto d'ora al piccolo trotto a un certo punto ricominciano a spingere e al 35' il risultato è già in archivio. Pastore prima cestina il raddoppio per troppa sufficienza e poi replica in fotocopia la magia di tacco con l'Atalanta, dopodiché arriva anche il 3-0 di El Shaarawy (assist, rispettivamente, di Santon e Ünder). L'unico che continua a litigare con il gol è Schick: un po' per colpa sua e un po' perché quando azzecca il tiro buono c'è Sportiello che fa la cosa migliore della serata deviandoglielo sulla traversa.

Già all'inizio della ripresa l'odore del derby si sente forte, un po' perché il pubblico comincia ad evocare i «cugini» e un po' perché Di Francesco guarda avanti lasciando negli spogliatoi Manolas. Il secondo tempo vola via sonnacchioso tra una traversa casuale di Ünder, un bello spezzone di Zaniolo, l'esordio di Luca Pellegrini con assist per il quarto gol di Kolarov e un palo di Chisbah al 90'.

La tranquillità si incrina solo quando sul maxischermo compare la faccia di Monchi, e i fischi dell'Olimpico ricordano a tutti che la crisi non è ancora alle spalle.

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