Lo sfogo di un genovese: "Caro Toninelli, a noi serve solo un ponte"

"Caro ministro Toninelli, nel quindicesimo secolo, qua a Genova, prendemmo dei sacchi blu che usavamo per custodire le vele delle navi e ci facemmo il primo paio di Jeans.
Blue Jeans infatti vuol dire Blu di Genova. Pensi, non abbiamo usato i peli di unicorno intrecciandoli con la stoffa degli ombrelloni". Inizia così la lettera che un cittadino genovese ha rivolto al minsitro dei Trasporti.

Le parole sono quelle di Simone Pagano, che ha postato le parole indirizzate a Toninelli sulla sua pagina Facebook, raccogliendo oltre 37mila like e quasi 30mila condivisioni. Dopo la creazione dei Jeans, Simone passa in rassegna le altre invenzioni genovesi, dalla Banca San giorgio, fino alla Lanterna, passando per la farinata, "chicca della nostra cucina". Gli esempi sono espressione della semplicità dei genovesi, perchè "noi siamo pratici. Non ce la stiamo a filare, a raccontare. Noi genovesi facciamo le cose semplici e in poco tempo, perché il tempo è denaro".

E allora, chissenefrega del ponte multifunzionale, "con una sala giochi, i ristoranti, i bar, i negozi e un parco dove i bambini possono giocare", in riferimento al modello esposto da Toninelli, che prevede un viadotto che sia anche luogo di incontri, non solo un collegamento dove le auto transitano e basta.

L'utente social inizia poi ad elencare le funzioni che aveva il ponte Morandi sul Polcevera, evidenziando le perdite che il suo crollo ha portato a Genova: meno 30% al porto e 1 milione di euro di incassi in meno all'acuario, senza contare le code interminabili. Eppure, nonostante le difficoltà e la situazione d'emergenza che si mostra agli occhi di tutti, "in 45 giorni non è stato ancora deciso il commissario, non si sa chi lo paga, chi lo progetta, chi lo costruisce". A Genova non serve un viadotto polifunzionale, con tanto di caffetteria e parco giochi.

"Toninelli, un Ponte, serve solo un PONTE".