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La metafora di Bonisoli "Migranti? Infestanti come piante esotiche"

La metafora di Bonisoli "Migranti? Infestanti come piante esotiche"

La metafora «botanica», inevitabilmente, non è passata insorrevata. «Quando arrivano alcune specie di piante da fuori, se non c'è un processo artificiale che regola l'acclimatamento la specie diventa infestante. Così succede per i migranti». Le parole sono del ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, a Palermo per la presentazione del progetto di adeguamento degli spazi del Museo Riso agli standard europei.

Ma in tema di migranti, anche il messaggio di Matteo Salvini all'Ue (con particolare riferimento alla Germania) è inequivocabile. Il vicepremier tira avanti dritto. Annuncia sgombero e chiusura di Bagnoli, oltre all'imminente riapertura del centro milanese di via Corelli. E boccia l'ipotesi di aumentare il numero di migranti in cambio di flessibilità sul deficit. Perché «non siamo mica al mercato dei tappeti, che se mi dai tre migranti io ti do uno zero virgola di deficit. Stiamo ancora raccogliendo gli errori di Renzi, non siamo in un suq a scambiare perline con cappellini». E in un'intervista all'austriaco Die Press Salvini fa intendere di non aver ancora firmato il fantomatico accordo con la Merkel che ci obbliga a riprenderci l'immigrato irregolare che sbarca in Italia e viaggia attraverso l'Austria fino al confine tedesco. «Non ho firmato nulla. La Germania è sorda alle nostre richieste e io non firmo contratti». Salvini che conta di chiudere il 2018 con più espulsioni. «L'obiettivo è triplicare entro la metà del 2019 il numero dei centri per le espulsioni - dice al termine del comitato per l'ordine in prefettura a Milano-. Occorre ridurre gli sbarchi e aumentare i riaccompagnamenti». I numeri dicono che sul tema immigrazione, nel milanese, la situazione è cambiata: «Nel 2017 prefetto e sindaci avevano dovuto gestire 3300 richiedenti asilo, quest'anno siamo fermi a 390.

Questo semplifica la vita».

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