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Il referendum è un flop: la Macedonia non cambia nome

Manca il quorum al referendum per il cambio del nome della Macedonia che avrebbe permesso al Paese di entrare nella Ue e nella Nato

Il referendum è un flop: la Macedonia non cambia nome

Il referendum con cui la Macedonia poteva cambiare nome ed entrare così a far parte dell'Unione europea e della Nato è un flop.

A seggi chiusi alle 19 il quorum del 50% più uno richesto per rendere valida la consultazione è infatti lontano, con un'affluenza alle 18,30 di appena il 34,09% dei 900mila elettori chiamati a votare. Il quesito chiedeva: "Siete in favore di un'adesione all'Unione Europea e alla Nato accettando l'accordo tra Repubblica di Macedonia e Repubblica di Grecia?".

Alcuni nazionalisti, tra cui il presidente, avevano invitato al boicottaggio. L'intesa era stata raggiunta con il governo di Atene a giugno e prevedeva che l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom) si sarebbe chiamata Repubblica di Macedonia del Nord. Diventa ora difficile per il governo ottenere il sostegno del Parlamento per la riforma costituzionale necessaria per cambiare il nome del Paese.

Hristijan Mickoski, il leader del principale partito di opposizione, l'alleanza conservatrice Vmro-Dpmne, si è astenuto dal voto perché ha considerato la questione referendaria "manipolativa". L'accordo firmato tra i governi di Skopje e Atene lo scorso giugno mira a porre fine a una disputa che dura da oltre un quarto di secolo, che ha portato la Grecia a boicottare l'adesione del paese all'Unione europea e alla Nato.

Il premier socialdemocratico, l'europeista Zoran Zaev, ha fortemente sostenuto il referendum, mentre il presidente nazionalista Gjorgje Ivanov ha invitato al boicottaggio.

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