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Gran vittoria, ma della petrolchimica

Da un punto di vista strettamente tecnico, si può affermare che la risposta della Ferrari in assetto da gara è stata lievemente - o lievissimamente - migliore della riuscita in qualificazione; e tutti i parametri sono stati concordi nel confermare che il salto di potenza massima della Mercedes d'Inghilterra a partire dal precedente Gp di Singapore, in aggiunta all'ottima gestione di sospensioni e pneumatici, ha trovato conferma e non ha mai dato adito a possibili ribaltamenti. Se un gran polverone è stato sollevato sulla possibilità o sull'opportunità di portare Bottas al successo, dopo che gli è stata regalata la pole position, in seguito a speciale mappatura di motore, è solo un discorso a parte, del tutto fuori luogo in ambito tecnico.

Qui conta soltanto l'ottima esibizione di Maranello, specie dal lato telaistico, con le difficili geometrie per queste gomme molto soffici, senza sacrifici per la resa chilometrica, oltre alla migliore riuscita di motore.

E sul tappeto, rimane soltanto l'inquietante interrogativo su come un costruttore del rango della British-Mercedes possa, con questa petrolchimica selvaggia e con trasgressioni regolamentari, passare da un gran premio all'altro (vedi da Monza a Singapore e a Sochi) a potenze sensibilmente accresciute, quando fino al Gp del Belgio la macchina vincente era la Ferrari e quando il Regolamento Tecnico prescrive sempre un carburante di commercio e non delle benzine petronate vorticosamente.

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