Cronaca locale

Caos rifiuti, allarme nei quartieri vicini al Tmb: "In aumento tumori e malattie respiratorie"

I residenti dei quartieri limitrofi all'impianto di trattamento dei rifiuti dell'Ama di via Salaria da anni sono costretti a respirare miasmi e cattivi odori. E ora denunciano: "In aumento il numero dei tumori e delle malattie respiratorie"

Caos rifiuti, allarme nei quartieri vicini al Tmb: "In aumento tumori e malattie respiratorie"

“Francesco è la prima vittima di un disastro ambientale”. Ne è sicura mamma Caterina, che ripercorre la lunga malattia del figlio, venuto a mancare lo scorso giugno. E gli ultimi giorni, resi impossibili dalle ondate di miasmi acidi provenienti dal Tmb Salario. “Mamma mi brucia la gola, falli smettere, chiudi le finestre”, pregava Francesco quando il cattivo odore era più intenso, e lui si sentiva soffocare. “Mio figlio aveva un tumore benigno alla gola che, improvvisamente, si è trasformato in maligno”, spiega la donna. Così se n’è andato in pochi mesi e ora nessuno può toglierle dalla testa che il precipitoso peggioramento delle condizioni di salute di suo figlio sia in qualche modo collegato alle emissioni dell’impianto di trattamento dei rifiuti, che dista poche centinaia di metri dal suo appartamento.

Siamo a Fidene. Qui, negli ultimi due anni la parrocchia di quartiere ha ospitato 150 funerali. Nella stragrande maggioranza dei casi si è trattato di persone con meno di 75 anni, decedute per patologie tumorali. Anche il parroco che li ha officiati è stato aggredito da un tumore alla gola. E le preoccupazioni di chi vive da queste parti aumentano, con l’aumentare dei cattivi odori. Sono il segno inconfondibile della saturazione, ormai ciclica, dell’impianto dove ogni giorno approdano 1500 tonnellate di immondizia e ne vengono trattate circa 500. Ma nei periodi più critici, al suo interno, se ne accumulano fino a 5mila. Chi ci lavora le descrive come “montagne di cinque metri che toccano il soffitto”. E quando la vasca, che avrebbe una capienza di 4mila tonnellate, si riempie, gli operatori sono costretti a manovrare la spazzatura sul piazzale, cercando di stiparla all’interno. Anche per questo sono molti quelli che definiscono il Tmb “una vera e propria discarica”. E che lamentano disagi fisici e malanni (guarda il video).

L’osservatorio allestito nei mesi scorsi, e coordinato dal III Municipio, dal 2 luglio al 18 settembre ha raccolto più di 3mila segnalazioni che associano l’acuirsi dei miasmi al sopraggiungere di malesseri di vario genere. Bruciore agli occhi e alla gola, tosse, nausea, mal di testa, problemi intestinali e vomito. Basta chiedere al farmacista di zona, Sergio Caselli, che è anche il presidente del comitato di quartiere di Fidene, per farsi un’idea. “Da quando l’impianto ha aperto i battenti, otto anni fa, sono aumentati problemi respiratori e, soprattutto negli anziani e nei bambini, problemi di infiammazioni agli occhi, di bruciore della gola”, spiega. Anche “i casi di tumore sono aumentati esponenzialmente in questo quadrante, non solo alla laringe e alla gola”. “Chiaramente - prosegue Caselli - bisogna esser cauti prima di dare la responsabilità alle sostanze nocive che, molto probabilmente, l’impianto immette nell’aria”. Insomma, parlare di semplici “coincidenze” è doveroso. Almeno finché la procura non avrà sciolto i nodi.

Sul tavolo del pm Carlo Villani, infatti, c'è un fascicolo aperto per inquinamento ambientale e gestione dei rifiuti non autorizzata. L’apertura del procedimento, per il momento a carico di ignoti, ha fatto seguito ad un esposto, depositato lo scorso 27 ottobre e firmato da 1300 cittadini di Fidene, Villa Spada, Serpentara e Colle Salario. Nel frattempo, però, i residenti dei quartieri limitrofi all’impianto hanno deciso di scendere in strada nella giornata di domani. Per reclamare non solo “il diritto a tenere le finestre aperte o ad affacciarsi dal balcone” ma anche quello “a vivere”. Ormai, infatti, alle promesse dell’amministrazione qui non ci crede più nessuno.

Sanno bene che, di questo passo, il Tmb non chiuderà, come annunciato, entro il 2019.

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