Cronache

Denunciato don Biancalani per le foto dei migranti in piscina

Il sacerdote di Pistoia annuncia di esser indagato. Ma la Questura: qualcuno ha sporto denuncia per le foto dei migranti in piscina

Denunciato don Biancalani per le foto dei migranti in piscina

Don Biancalani finisce ancora nei guai. E questa volta potrebbero esser stati gli stessi migranti che ospita a fargli causa. Riepiloghiamo brevemente i fatti. È l'agosto del 2017, quando il sacerdote pubblica alcune foto di richiedenti asilo mentre fanno il bagno: "...e oggi... PISCINA!!! Loro sono la mia partia, i razzisti e i fascisti i miei nemici!". Quelle immagini girarono per tutta Italia e furono anche rilanciate da Matteo Salvini: "Questo Massimo Biancalani, prete anti-leghista, anti-fascista e anti-italiano, fa il parroco a Pistoia. Non è un fake! Buon bagnetto". E questa è storia.

Ma l'altro ieri, il sacerdote ha tenuto una conferenza stampa "per mostrare tutta la sua solidarietà al sindaco di Riace Domenico Lucano, arrestato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Perché chi opera nell'accoglienza, e ci mette tutto se stesso, poi finisce per pagare". E anche il sacerdote, in un certo senso, ha dovuto pagare. Lo scorso inverno, infatti, don Biancalani è stato denunciato al garante della privacy. Ma da chi? Dall'Ufficio immigrazione della questura di Pistoia, come riporta Il Tirreno. Ma La Verità fornisce ulteriori dettagli: "Fonti della Questura di Pistoia spiegano che la denuncia in effetti è stata fatta. Ma le autorità, in questi casi, non si muovono spontaneamente. Se si sono rivolte al Garante della privacy è perché qualcuno ha 'dato un imput'. Ed è molto probabile che sia stato un migrante. Del resto - chiosa La Verità - chi poteva lamentarsi della violazione della privacy degli stranieri se non gli stranieri stessi?".

Il pasticcio di don Biancalani

Già perché il sacerdote non ha pubblicato le immagini solamente sui social, ma le ha usate anche per un calendario, che voleva addirittura donare al ministro dell'Interno Salvini. Ma a qualche migrante tutta questa faccenda non deve essere piaciuta. "La Questura - prosegue il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro - ha indagato, ha scoperto che che a nessuno era stato chiesto il consenso per la pubblicazione delle immagini, e a quel punto ha girato la pratica al garante". L'avvocato del sacerdote sostiene che il procedimento non ha avuto conseguenze. Ma non è ancora chiaro cosa possa accadere a don Biancalani. "Dalla Questura - scrive La Verità - fanno notare che diffondere sui social network le foto dei richiedenti asilo non è affatto cosa buona. Anzi, è addirittura pericoloso. In teoria, i migranti che richiedono la protezione fuggono da guerre, persecuzioni, minacce gravi. Insomma, sarebbero a rischio della vita.

Dunque mostrare all'universo mondo dove essi si trovino potrebbe rivelarsi dannoso per la loro sicurezza".

Commenti