Sgarbi quotidiani

Nel nome della Rosa

Nel nome della Rosa

Mi scrive Marina Stefanizzi: «Ma perché avremmo dovuto intitolare un giardino alla mamma di Berlusconi? Che ha fatto, quale legame con Sutri?». Osservazione pertinente. In realtà la mia decisione come sindaco ha interpretato un sentire diffuso di molte signore che vedono in Rosa Berlusconi, attraverso le parole del figlio, l'emblema della figura della madre, e cioè la persona più importante per qualsiasi essere umano.

Avrei infatti voluto scrivere, al di là dell'occasione: «A Rosa Berlusconi e a tutte le madri»; e avrei con ciò inteso ricordare anche la mia. Ho scelto quella di Berlusconi per un atto di gentilezza verso un ospite che, se fosse venuto e quando verrà, potrebbe essere un utile testimone di Sutri per un turismo, che, come è accaduto a Taormina, a Spoleto, in Costa Smeralda, è potenziato da persone conosciute che frequentano e amano un luogo. Così potevo ben sperare che un radicamento affettivo, con il primo giardino dedicato a sua madre, potesse rendere più stretto il legame di una personalità italiana con Sutri. Questo è il mio obiettivo come sindaco in una città che ha la sua prosperità nella bellezza della natura e dei monumenti e nell'impresa turistica.

Aggiungo un particolare: non possono essere dedicate strade, se non con una laboriosa deroga, a persone morte da meno di dieci anni.

Destino vuole che mamma Rosa sia morta il 3 febbraio 2008, e che quindi nulla osti a ricordarla come persona, non come personaggio.

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