Cronaca locale

Roma, in manette un nigeriano: minaccia connazionale per derubarlo

La rapina è avvenuta nella stazione metro di Rebibbia. Il nigeriano, raggiunto un connazionale, gli ha puntato alla gola un seghetto ed un coccio di bottiglia per farsi consegnare denaro e cellulare: immediato l’intervento degli agenti di polizia, che lo hanno rintracciato ed arrestato

Roma, in manette un nigeriano: minaccia connazionale per derubarlo

È finito in arresto qualche giorno fa un cittadino straniero che, brandendo due armi improvvisate, ha minacciato un suo connazionale nei pressi della stazione metro di Rebibbia (Roma) per farsi consegnare dei soldi ed un cellulare.

Si tratta di un nigeriano di 30 anni, subito fuggito dopo la rapina, e quindi catturato dagli agenti di polizia. Stando a quanto riportato dagli inquirenti, il fatto è avvenuto in pieno pomeggio. Il 30enne, armato di un seghetto metallico e di un coccio di bottiglia, ha raggiunto la sua vittima e l’ha minacciata, puntandogli le armi alla gola. Ottenuto il denaro e lo smartphone, l’africano si è allontanato con il bottino, cercando in ogni modo di far perdere le proprie tracce.

Il nigeriano derubato, tuttavia, gli è corso dietro lungo la via Tiburtina insieme ad un conoscente che si trovava con lui in quel momento. Dopo aver perso di vista il suo aggressore, l’uomo si è deciso a contattare le forze dell’ordine, componendo il numero del Nue con un cellulare prestatogli dall’amico.

Immediato l’intervento della polizia di Stato, che si è precipitata sul posto ed ha raccolto la testimonianza della vittima, indirizzando le proprie ricerche nei dintorni dell’ex fabbrica di penicillina a Tor Cervara. All’interno del vecchio stabilimento, infatti, sono soliti rifugiarsi individui senza fissa dimora, così come numerosi stranieri che vivono in clandestinità.

Proprio fra le mura della struttura è stato individuato il 30enne nigeriano, che aveva ancora con sè il frutto della rapina. L’africano è stato ammanettato e condotto in questura.

In seguito alla decisione del gip del tribunale di Roma, che ha ratificato l’arresto, si sono di conseguenza aperte per lui le porte della casa circondariale romana di Regina Coeli.

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