Cronache

Mozione anti aborto, Lega: "Dovrebbero farla tutti i Comuni"

Il leghista Pillon ha commentato la mozione pro vita approvata dal Consiglio comunale di Verona. Polemiche nel Pd: chieste le dimissioni della capogruppo Padovani

Mozione anti aborto, Lega: "Dovrebbero farla tutti i Comuni"

"Dopo aver letto la delibera posso dire che non capisco davvero perché indignarsi se il comune scaligero, nel pieno rispetto della legge decide di aiutare le donne in difficoltà a proseguire la gravidanza". Lo ha dichiarato il senatore leghista, Simone Pillon, commentando la mozione pro vita approvata dal Consiglio comunale di Verona.

La mozione, che stanzia fondi a favore delle associazioni cattoliche per iniziative contro l'aborto, ha creato non poche polemiche tra i dem. Solo sei voti contrari e ben 21 a favore, tra i quali quello della capogruppo Pd Carla Padovani che ha aperto una ferita tra i democratici.

"A norma di legge dovrebbero farlo tutti i Comuni. Sbaglio?", ha chiesto Pillon."Nell'art. 1 della 194/1978, lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L'interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite".

"L'aborto non è un diritto, è un abominevole delitto. Il mio esempio è la Russia di Putin, dove gli aborti sono scesi da quattro milioni l'anno a due con sussidi alla maternità". Lo ha dichiarato a 'la Zanzara', su Radio 24, il leghista Alberto Zelger, promotore della mozione."Fosse per me la legge sull'aborto non dovrebbe esistere".

Polemiche nel Pd

Nel frattempo, i consiglieri comunali del Partito Democratico hanno chiesto le dimissioni della capogruppo Carla Padovani.

"La posizione di adesione alla mozione espressa dalla capogruppo - si legge in una nota - è inaccettabile perchè tale mozione mistifica principi e risultati della Legge 194, che ha svolto e svolge un ruolo fondamentale nell'emancipazione non solo della donna ma della società italiana intera; tenta in modo strumentale di colpevolizzare la figura della donna riconducendo la dolorosa scelta dell'aborto all'origine del processo di calo demografico del Paese; attacca gratuitamente la credibilità di presidi di salute fondamentali come i consultori e ospedali; bolla come "uccisioni nascoste" lo scarto di embrioni in uso nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita; strumentalizza la funzione di un consiglio comunale chiamato ad amministrare le risorse pubbliche e non a fare propaganda".

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