Salute

Il segreto per stare in forma? Basta cambiare forme e colori di piatti e bicchieri

L'eccesso di cibo e alcol dipende anche dalle dimensioni delle stoviglie di casa Perché mangiare con gli occhi non è solo un modo di dire ma un'evidenza scientifica

Il segreto per stare in forma? Basta cambiare forme e colori di piatti e bicchieri

La salute comincia dalle stoviglie. Per stare in forma, è meglio usare i piatti e i bicchieri della nonna più che i moderni servizi da tavola. Se si tende a mangiare troppo o male, con le conseguenze che ne derivano sul breve e lungo periodo, è bene fare attenzione non solo al contenuto ma anche ai contenitori del cibo che ingeriamo: oggetti che, con la loro forma, le loro dimensioni e anche il loro colore, sono in grado di modificare la percezione di sazietà e di soddisfazione della sete. E' la ricerca medica che lo sta certificando.

PICCOLI PIATTI CRESCONO

Secondo una ricerca, condotta su un campione storico di stoviglie prodotte negli Stati Uniti, fra il 1900 e il 2010 le dimensioni dei piatti sono aumentate del 23%, con un diametro medio passato da 24 a quasi 30 centimetri, un incremento registrato in particolare dal 1960 in avanti. Cosa significa per la salute? Automaticamente, più cibo, non necessario, messo inconsapevolmente nel piatto e consumato. Un ricercatore statunitense lo ha quantificato in un minimo di 50 calorie in più al giorno, per un incremento di peso fino a due chili all'anno. Una revisione sistematica di 72 studi recenti ha confermato l'evidenza di questo legame fra le dimensioni delle stoviglie e il maggiore consumo di cibo: l'effetto dell'uso continuato di piatti maxi-formato si traduce in un incremento dal 12 al 16% delle calorie assunte ogni giorno fra gli inglesi, dal 22 al 29% fra gli americani. Il fenomeno riguarda anche i bicchieri. Le dimensioni di quelli da vino in Inghilterra sono aumentate di sette volte negli ultimi tre secoli, dimostrando una associazione con l'incremento dei problemi legati all'eccessivo consumo di alcol nella popolazione: secondo lo studio, pubblicato sul British Medical Journal, si è passati da una capacità media di 66 millilitri nel 1700 a ben 417 millilitri nel 2000 e a 449 nel 2017, con un picco dal 1990 in poi, mentre parallelamente il consumo di vino si è moltiplicato per quattro fra il 1960 e il 1980, e poi è ancora raddoppiato fra il 1980 e il 2004.

IL POTERE DELL'OCCHIO

L'occhio conta più dello stomaco. Lo hanno dimostrato all'università di Basilea, in un esperimento di cena al buio: i partecipanti a cui, in un locale senza luce, sono state offerte maxi porzioni hanno mangiato il 36% di cibo in più rispetto agli altri, senza avvertire poi un maggior senso di sazietà. Mangiare di più infatti, hanno confermato altre ricerche, non porta poi a scegliere porzioni più piccole nel pasto successivo. Talmente stretto è il rapporto «più cibo viene servito, più si mangia» che, hanno rilevato alla Cornell University negli Stati Uniti, vale anche se il cibo è sgradevole: in uno studio, chi ha ricevuto una maxi porzione ha consumato il 33% in più di pop corn anche se raffermi. Come affrontare il problema? E' dal 2014 che l'Organizzazione mondiale della Sanità suggerisce di «limitare le porzioni per evitare gli effetti sulla salute legati al sovrappeso». I ricercatori oggi cercano di offrire soluzioni pratiche.

LA FORZA DELLE ILLUSIONI

Se si sono perse di vista le quantità che realmente servono all'organismo, ci si può aiutare con gli inganni ottici. Si può puntare ad esempio sull'illusione di Delboeuf, secondo la quale un cerchio appare più grande se circondato da un anello. In pratica: la quantità di pietanza posta al centro di un piatto appare maggiore se circondata da un bordo. Il trucco per servirsi giuste porzioni si può quindi mettere in pratica usando piatti decorati con linee o scanalature concentriche, oppure badando che cibo e ceramica siano di colori in contrasto. In alcuni esperimenti condotti alla Cornell University, i ricercatori hanno verificato che le dosi versate aumentano quando cibo e piatto sono dello stesso colore, ad esempio pasta al pomodoro su piatti rossi o pasta in bianco su piatti bianchi, diminuiscono quando sono in contrasto. Attenzione anche al colore della tovaglia: se è uguale a quello del piatto, si serve meno cibo.

Ricercatori dell'Università di Oxford invece, in uno studio appena pubblicato, mostrano come persino la disposizione del cibo nel piatto influenzi la percezione delle porzioni: se disposto orizzontalmente, la quantità sembra maggiore. Stesso effetto se la pietanza viene collocata al centro del piatto piuttosto che su un lato. E chi abbonda nel bere alcol o bevande zuccherate? Meglio usare bicchieri alti e stretti, nei quali si tende a versare meno liquido che in bicchieri della stessa capacità ma bassi e larghi. Oppure si possono usare calici contrassegnati di rosso.

E' un colore che ha effetti dietetici, una sorta di segnale di stop inviato dagli occhi al cervello: usare piatti scarlatti spinge a mangiare meno, mentre per versarsi meno bevande, fino al 40%, basta un bicchiere o una tazza etichettati di rosso.

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