Cronaca locale

Dai Giochi ai Navigli: le «battaglie» grilline sono la solita sfilza di no

I successi dei 5 Stelle: il registro delle biciclette e la plastica al bando dagli uffici del Comune

Chiara Campo

Dai «Vaffa day» al «Welcome day», i Cinque Stelle che in questi giorni festeggiano i 9 anni dalla nascita del Movimento, proprio da Milano, hanno cambiato i toni ma tenuto saldi i principi della «decrescita felice». Ieri a partire dalle 15 in piazza San Fedele, dietro a Palazzo Marino, hanno sfilato parlamentari, eurodeputati, un ministro (Alberto Bonisoli ai Beni culturali), portavoce in Comune e Regione per raccontare ai cittadini risultati raggiunti e progetti per il futuro. Un «Welcome day» a cui hanno assistito - a momenti alterni - 100/150a persone. Non una folla, diciamo. «Molti di voi - ha esordito la capogruppo in Comune M5S Patrizia Bedori, rivolta agli iscritti - non digeriscono il contratto di governo in cui abbiamo dovuto inserire anche punti della Lega che non condividiamo a livello personale. Ma abbiamo fatto strada, oggi siamo anche al governo». E spara i risultati portati a casa facendo opposizione a Palazzo Marino: «Siamo riusciti ad introdurre il question time in consiglio comunale, a un anno e mezzo dalla presentazione di una nostra mozione prende il via il registro delle biciclette contro i furti e, terzo grande successo, il Comune intraprenderà un programma plastic free. I 15mila dipendenti non useranno più neanche i cucchiaini di plastica per girare il caffè». Abbasso invece il progetto di riapertura dei Navigli promosso dalla giunta Sala: «Investa su periferie e edilizia popolare». Lo ribadiscono poco dopo il consigliere Gianluca Corrado e il ministro Bonisoli, che racconta di essere andato una settimana fa nei bar di zona Jenner e Lagosta dove già in campagna «mi dicevano che avevano paura ad uscire la sera, due anni dopo è anche peggio. Perchè Milano deve spendere soldi per riaprire i Navigli? Investa in sicurezza». Sul tema Olimpiadi invernali 2026 i grillini tengono la linea Di Maio: paghino Milano e Cortina, il governo non ci mette un euro. Anche se i consiglieri milanesi e lombardi sono più furbetti e cercano di tenere un piede sul carro. «Se hanno tolto almeno le gare in Svizzera mi sembra che abbiano fatto una cosa di buon gusto - ironizza Bonisoli sul primo dossier che prevedeva gare a Sankt Moritz -. Lo Stato ha già deciso, non finanzieremo nessuna proposta. É giusto che la Regione Lombardia e Veneto e i Comuni spieghino che sono loro a farsene carico, con tutte le conseguenze del caso». Corrado ammette che da milanese sarebbe «folle ad affermare che non spero che Milano-Cortina si aggiudichi i Giochi, ma sarà un evento positivo se sarà organizzato in maniera trasparente, se sarà la festa dello spreco e degli appalti agli amici degli amici allora no grazie». Il portavoce lombardo Dario Violi ribadisce che il governo «ha già dato appoggio politico. La Regione chiede più autonomia, solo quest'anno ha un avanzo di 400 milioni, non avrà problemi a mettere 380 milioni in 5/6 anni.

Poi se tra qualche anno si tratterà di tirar fuori soldi per piccole opere che servono a Valtellina o Cortina, piuttosto che per grandi opere intorno a Milano, credo che il governo sarà molto ragionevole».

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