Economia

Mannaia Fitch su Carige: "Fallimento possibile". La banca apre alle nozze

Tagliato il giudizio, con previsioni negative I vertici aprono all'ipotesi di matrimonio

Mannaia Fitch su Carige: "Fallimento possibile". La banca apre alle nozze

Le turbolenze sullo spread complicano il salvataggio di Carige, spingendola a un passo dal default. L'allarme rosso è stato lanciato ieri dall'agenzia di rating Fitch, che ha tagliato il giudizio di lungo termine dell'istituto ligure da «B-» a «CCC+» con prospettive negative. Il motivo? «Il fallimento della banca è una possibilità reale dal momento che crediamo che sarà impegnativo per l'istituto rafforzare il capitale». Carige non soddisfa al momento i requisiti patrimoniali minimi richiesti dalla Vigilanza europea (il cosiddetto «Pillar 2») e l'emissione di bond subordinati per raggiungere tali obiettivi «è da considerare difficile alla luce delle mutate condizioni di mercato per le banche italiane». L'agenzia sottolinea anche che il primo azionista, ovvero la Malacalza Investimenti, ha dichiarato di voler supportare l'istituto ma «non ha espresso un deciso impegno a sottoscrivere l'intero prestito obbligazionario Tier2 che la banca prevede di emettere». Il taglio di rating da parte di Fitch riflette, inoltre, il nuovo cambiamento a livello di management, «situazione che aggiunge incertezza sulle strategie future e anche sui tempi per implementare un rilancio che permetta di soddisfare le richieste dell'autorità europea». Non solo. Secondo l'agenzia con un profilo così debole e considerando anche l'elevata mole di crediti problematici, Carige non può continuare a ballare da sola ma dovrà procedere a un'aggregazione, così come chiesto dalla Bce.

La banca, si legge in una nota, «ritiene doveroso precisare che nelle interlocuzioni con i regolatori non è mai stato espresso alcun riferimento a una eventuale possibilità di fallimento. Si evidenzia a riguardo che il Cet1, indice che misura la solvibilità, è in linea con i requisiti previsti dalla Vigilanza. Si sottolinea inoltre che l'Agenzia non ha tenuto conto dei progressi realizzati dopo l'assemblea degli azionisti in tema di governance e di sostegno finanziario degli azionisti. Si riserva quindi valutazioni sull'operato di Fitch».

La scure si abbatte sulla banca proprio nel giorno della trasferta dei nuovi vertici a Francoforte. L'ad, Fabio Innocenzi, e il presidente, Pietro Modiano, ieri hanno infatti incontrato i funzionari della squadra di Daniele Nouy che hanno dato tempo fino al 30 novembre per presentare la strategia di rilancio. Innocenzi e Modiano avrebbero chiesto una maggiore flessibilità anche alla luce della tempesta in corso sui mercati che rende più difficile il collocamento del bond subordinato. A Genova bocche cucite sull'esito dell'incontro: «È stato costruttivo in ottica di percorso per il rispetto dei requisiti di capitale per il 2018», si legge nel comunicato. Dove si aggiunge che in Bce sono state «analizzate le prospettive future anche in vista della valutazione di possibili alleanze». Un dettaglio importante perché fa emergere per la prima volta un'apertura della banca - e dunque del suo azionista di controllo - all'ipotesi di aggregazione invocata da Francoforte. Già oggi si riunirà un cda per relazionare sulla visita in Bce, approvare la cessione della società di credito al consumo Creditis e fare il punto sullo smaltimento dei crediti incagliati.

In Piazza Affari, ieri il titolo ha toccato il nuovo minimo storico a 0,0049 euro (-5,77%).

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