Cronache

Raccontò omicidio prostituta in un romanzo: condannato a 25 anni

Nel nuovo processo per il presunto omicidio della sua ex fidanzata, una prostituta nigeriana, lo scrittore emergente Daniele Ughetto Piampaschet è stato condannato a 25 anni. La vicenda era stata raccontata in un suo romanzo

Raccontò omicidio prostituta in un romanzo: condannato a 25 anni

La Corte d'Assise d'Appello ha condannato a 25 anni di reclusione Daniele Ughetto Piampiaschet, lo scrittore di Giaveno accusato dell'omicidio della prostituta nigeriana Anthonia Egbuna, sua ex fidanzata, avvistata per l'ultima volta il 28 novembre 2011 e il cui cadavere venne recuperato dal Po nel febbraio 2012, con ferite procurate da almeno venti coltellate. Secondo la procura generale, a provare la colpevolezza dell'imputato sarebbe stato il contenuto di una serie di racconti scritti dallo stesso Piampiaschet in cui viene descritto l'omicidio, oltre ad alcuni elementi e indizi riscontrati nell'automobile del romanziere.

"La rosa e il leone". Lui era il leone, lei la rosa. Lei è - anzi era - Anthonia Egbuna, una prostituta nigeriana uccisa con almeno venti coltellate. Il suo corpo era stato ritrovato alcuni mesi dopo nel Po. Lui, Daniele Ughetto Piampaschet, è uno scrittore emergente che da anni lotta contro un terribile sospetto: avere scritto un racconto, intitolato per l'appunto "La rosa e il leone", ispirandolo a un fatto tragico realmente avvenuto: l'uccisione della ragazza, accusa da lui respinta con forza. Eppure, nel nuovo processo in cui è imputato per omicidio premeditato e occultamento di cadavere, la Corte non ha creduto alle sue parole e lo ha condannato in appello a 25 anni di carcere.

"Prendiamo atto della decisione della Corte - ha detto il legale difensore Stefano Tizzani - credo abbia prevalso il pregiudizio. Ora leggeremo le motivazioni e ricorreremo anche stavolta in Cassazione". Piampaschet, nel primo processo, era stato assolto in primo grado e condannato in Appello, ma la condanna era stata annullata.

La Corte ha confermato che a Piampiaschet non sarà applicata nessuna misura cautelare. "Sono quattro anni che Daniele è libero - ha aggiunto Tizzani - non è mai scappato, sta aspettando la fine di questo processo e credo abbia tutto il diritto di aspettare a casa". La Corte ha inoltre trasmesso gli atti alla Procura affinchè proceda per falsa testimonianza nei confronti dei genitori e della sorella di Piampiaschet e del meccanico suo conoscente.

Insomma, la storia della "rosa" e del "leone" non è ancora finita.

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