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Caso Cucchi, Salvini alla sorella: "Lo Stato si scuserà con i fatti"

Il ministro dell'Interno: "Se lo Stato ha sbagliato chiederà scusa nei fatti punendo i colpevoli e risarcendo i colpiti"

Caso Cucchi, Salvini alla sorella: "Lo Stato si scuserà con i fatti"

"Sono ministro da quattro mesi e non posso rispondere di ciò che è accaduto anni fa. Se qualcuno in divisa sbaglia, paga come e più degli altri perchè ruba la fiducia anche ai cittadini. Non condivido però la criminalizzazione di tantissimi uomini delle forze dell'ordine, chiamati assassini, sbirri e delinquenti". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in un'intervista all'Unione Sarda risponde a una domanda sul caso di Stefano Cucchi. "Il Viminale è aperto a tutti", ha ribadito il ministro, "in primis a chi ha subito un lutto o un torto. La sorella, la famiglia, i parenti e gli amici sono i benvenuti. Se lo Stato ha sbagliato chiederà scusa nei fatti punendo i colpevoli e risarcendo i colpiti".

Le parole arrivano dopo che la sorella di Cucchi, a seguito dell'invito del Viminale, aveva risposto: "Ci andrò il giorno in cui il ministro dell'Interno chiederà scusa a me, alla mia famiglia e a Stefano".

Intanto, nel secondo filone di inchiesta, aperto dopo la deposizione di Francesco Tedesco, il carabiniere imputato che ha denunciato le responsabilità di colleghi e superiori coinvolti nella vicenda, ci sono almeno altri quattro indagati. Tra questi Massimiliano Colombo comandante della caserma di Tor Sapienza, una delle stazioni dove Stefano, morto ad ottobre del 2009 dopo una settimana dal suo arresto, fu trattenuto. Colombo è indagato per falso ideologico ed è stato tirato in ballo indirettamente da Francesco Di Sano. Quest'ultimo ha ammesso nel processo attuale di aver dovuto ritoccare il verbale senza precisare da chi gli fu sollecitata la modifica. Di Sano aveva scritto una seconda versione del rapporto dalla quale aveva eliminato alcuni dettagli sulle condizioni di Stefano la mattina dopo l'arresto, come "il non poter camminare" per i dolori, tanto da dover "essere aiutato a salire le scale".

Nei giorni scorsi Colombo è stato sottoposto ad una perquisizione: l'atto istruttorio puntava ad individuare eventuali comunicazioni tra lui e i suoi superiori dell'epoca sul caso Cucchi. La svolta nel processo bis si è avuta ieri quando il pm Giovanni Musarò ha rivelato che Francesco Tedesco ha sporto denuncia e accusato, con una serie di dichiarazioni rese nel corso di tre interrogatori tra luglio e ottobre, i quattro coimputati. E così la prossima settimana toccherà proprio a Colombo dare la sua versione dei fatti al pm. Dalle parole del comandante potrebbe dipendere il destino dei più alti in grado che all'epoca acquisirono informazioni sul caso Cucchi senza adottare poi alcun provvedimento.

C'è da capire, infatti, fino a che livello i vertici dell'Arma fossero a conoscenza del pestaggio.

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