Cultura e Spettacoli

Antonio Pappano esalta «West Side Story»

Pare che la domanda più frequente rivolta al maestro Antonio Pappano in questi giorni riguardi la ragione di aver scelto un «musical» per aprire la nuova stagione di concerti dell'Accademia di Santa Cecilia. Certo West Side Story di Leonard Bernstein appartiene allo showbusiness di Broadway, ma anche nella versione in forma di concerto ha confermato di essere il capolavoro amato in ogni continenteche sappiamo e un'opera che quei confini di «genere» annulla e ribalta, a partire dalla scelta rivoluzionaria di un soggetto tragico. Così la rivisitazione di Romeo e Giulietta fra le gang di Manhattan rimane un monito senza prescrizioni temporali contro l'intolleranza e la violenza. Bernstein stesso, compositore, direttore, pianista, insegnante, agitatore culturale e libero pensatore è la dimostrazione dell'insussistenza di quelle barriere di genere. Bernstein in West Side Story adopera con mano maestra materiale musicale proveniente dal jazz e dal folclore latino-americano in forme musicali complesse, non disdegna né la melodia nelle rare oasi sentimentali né l'ironia satirica più graffiante. E tutte queste componenti apparentemente eterogenee hanno trovato in Pappano la guida sicura e il giusto rilievo, essendo la sua natura direttoriale molto vicina a quella dell'autore di West Side Story. A maggior dimostrazione di quanto detto, Pappano in questo periodo sta facendo la spola con Londra dove dirige niente meno che la tetralogia di Wagner.

Esito della serata trionfale per tutti: direttore, complessi ceciliani e spigliati solisti compresi.

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