Salute

Aspettativa di vita in calo nel 2040, ma non in Italia

Lo rivela uno studio americano

Aspettativa di vita in calo nel 2040, ma non in Italia

Aspettativa di vita in calo in 87 Paesi mondiali. Uno studio condotto dall’Università di Washington e pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet lancia l’allarme. Nel 2040 la vita media e la salute saranno messe notevolmente a rischio. Questo è quanto emerge dallo studio su 195 paesi e i risultati delle proiezioni sull’aspettativa di vita non sono per nulla tranquillizzanti. Vi sarà un netto calo per quanto riguarda la speranza di vita e un peggioramento dei fattori di rischio. Aumenteranno le morti dovute a patologie non contagiose, come il diabete, il cancro ai polmoni, il disturbo polmonare cronico ostruttivo (COPD) e la malattia renale cronica. Ipertensione, obesità, sovrappeso, alcol, fumo, inquinamento e iperglicemia saranno le malattie che provocheranno il maggior numero di morti premature. Il nostro Paese non sembra essere interessato a questo quadro catastrofico. Anzi, il 2040 segnerà per l’Italia un notevole aumento dell’aspettativa di vita media, passando da 82,3 anni (dato relativo al 2016, che vede l’Italia al 7° posto nella classifica mondiale di longevità) a 84,5 anni. Il Bel Paese salirà così di una posizione nella graduatoria totale. Nel peggiore dei casi non vi sarà alcun mutamento e l’età media continuerà ad aggirarsi sugli 80 anni. Le cause di decesso principali in Italia saranno quelle relative alla demenza, che supereranno i morti per infarto.

Christopher Murray, autore dello studio, ha spiegato che riducendo l’ inquinamento, il fumo e altri fattori di pericolo, come una cattiva alimentazione, anche gli 87 paesi a rischio, potrebbero migliorare la propria situazione. Francesco Moscone della Brunel University London ha spiegato che “questo studio aiuta a comprendere meglio l’evoluzione temporale dello stato di salute e delle cause di cattiva salute nel mondo. Sarà importante tenerne conto nelle scelte di politica sanitaria dei singoli Paesi”. Moscone ha inoltre sottolineato come vi siano forti disuguaglianze all’interno di ciascun paese. Anche in Italia vi sono notevoli differenze tra le varie Regioni per quanto riguarda sanità e accesso alle cure.

“Senza investimenti in istruzione e politiche sanitarie che creino eccellenze anche in Regioni non virtuose, è a rischio la tenuta dei sistemi sanitari regionali e l’Italia potrebbe retrocedere nelle classifiche dei sistemi sanitari migliori al mondo” ha così concluso Francesco Moscone.

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