Cronache

Napoli, via Carbonara in ginocchio per i cantieri

"Sicurezza zero e vendite in calo per i cantieri". Residenti e commercianti di via Carbonara e via Cirillo insorgono e invocano più sicurezza e un piano traffico alternativo

Napoli, via Carbonara in ginocchio per i cantieri

Il rumore dei trapani che forano, dei trattori che si spostano, la polvere che si alza, le auto bloccate con i motori accesi e i clacson che suonano. È la confusione che regna da mesi in via Carbonara, da quando sono aperti i cantieri per i lavori pubblici di riqualificazione della zona. Un caos che sta creando innumerevoli disagi ai residenti e ai commercianti di quella parte del centro di Napoli, che invocano più sicurezza e un piano traffico alternativo. “Se non si danno una mossa, qua chiudiamo quasi tutti”, prevede Raffaele, titolare della storica pasticceria Capriccio. “I suoi babà li conoscono in tutto il mondo”, ci raccontano. Ma Raffaele, nonostante un’attività con una storia secolare che va avanti dal 1907, la sera, da quando hanno preso il via i lavori davanti al suo locale, dice che sta andando via con “le briciole”. “Abbiamo investito 250 mila euro per migliorare la nostra attività – racconta - e, invece, da quando abbiamo inaugurato la pasticceria ristrutturata, hanno allestito il cantiere qui davanti e stiamo solo peggiorando”. “Abbiamo avuto un calo delle vendite del 60 % - dice – Io non riesco nemmeno più a reggere il personale che ho. Stiamo ancora tirando avanti perché stiamo fornendo i ristoranti, altrimenti già stavamo a casa”.

Vendite a picco anche per altre attività commerciali della zona. Affari in calo pure per il Caffè Riccio. Il titolare, Salvatore Riccio, sbotta: “Non se ne può più. Una macchina non si può fermare per prendere un caffè, troppo traffico, non c’è posto per parcheggiare, poi ci sono i rumori e la polvere”. Luigi, invece, gestisce il supermercato Sisa, e per caricare e scaricare merce deve percorrere qualche centinaio di metri, fino a via Foria, dove i camion sono costretti a fermarsi per le difficoltà a trovare uno spazio dove sostare e per evitare di rimanere imbottigliati nel traffico. I cantieri occupano un lato di via Carbonara, e tanto basta per paralizzarla.

I lavori, secondo quando sostengono diversi abitanti, associazioni e negozianti del posto, procedono a rilento: “Sono quattro i cinque gli operai che lavorano ogni giorno”. “Lavorano quattro ore al giorno, non lavorano il sabato e la domenica, non hanno lavorato ad agosto, ed ora abbiamo un altro cantiere aperto”, riferisce Raffaella Guarracino, delle associazioni Savio Condemi e Nelson Mandela che ieri si sono rese promotrici di un sit-in di protesta davanti alla scuola Bovio. Scarsa l’adesione all’iniziativa. Non si contavano più di una decina di persone, tra loro c’erano le mamme di alcuni scolaretti, arrivate a denunciare le condizioni in cui i propri bambini sono obbligati a fare lezione. “Sono costretti a stare chiusi dentro. Sono 20 o 22 bambini, ma come respirano?”. Da venerdì, infatti, un cantiere è stato aperto anche nello spazio antistante il plesso centrale dell’istituto comprensivo Bovio-Colletta. “Non siamo stati coinvolti in alcun modo, neanche informati, del piano di avanzamento dei lavori. Noi ignoravamo completamente che saremmo stati coinvolti da questi lavori all’inizio dell’anno scolastico”, ha dichiarato la preside, Annarita Quagliarella, che ieri si è unita ai manifestanti. La professoressa parla di disagi legati alla “assenza di misure di sicurezza adeguate”. Per consentire il deflusso dalla scuola si è ricavato un corridoio largo circa tre metri, ma, in queste condizioni, osserva la dirigente scolastica, “manca un’area di raccolta dove i bambini possano sostare per attendere i genitori”. Preoccupata per i rischi a cui ora sono esposti i piccoli all’uscita dall’istituto, auspica la chiusura del tratto di strada antistante.

“Sicurezza zero”, tuonano le mamme e Raffaella Guarracino. Imprenditori, scuola, associazioni, residenti, si sentono abbandonati dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi De Magistris. Secondo Luigi Riccardi, titolare del bar Saponaro della vicina via Cirillo, “si assiste a disservizi, ma anche alla mancanza delle istituzioni”.

E con lui sembra che siano tutti d'accordo.

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