Politica

Pompei stupisce ancora: un'iscrizione su un muro cambia data all'eruzione

Un'annotazione in carboncino posticipa da agosto a ottobre il giorno della tragedia

Jacopo Granzotto

È come se il tempo si divertisse a svelare i misteri di Pompei. A rate però, quasi fossimo in una serie tv. Tattica molto attuale oltre che funzionale. L'ultima scoperta ridata nientemeno che l'eruzione del Vesuvio. Tutto merito di un'iscrizione in carboncino rinvenuta con gli scavi nella Regio V di Pompei. Secondo il direttore generale degli scavi Massimo Osanna, la scritta è opera di «un operaio buontempone che si è messo a scrivere sul muro di una stanza in ristrutturazione». Buon per noi. La scritta è datata al sedicesimo giorno prima delle calende di novembre, corrispondente al 17 ottobre del 79 dc. Cosa che sposterebbe l'accadimento che distrusse la cittadina campana dal 24 agosto al 24 ottobre.

In realtà si tratta di una conferma ad alcuni dubbi sulla data dell'eruzione. Perplessità nata dal rinvenimento di melograni, frutto prettamente autunnale, di frutta secca carbonizzata, di bracieri usati all'epoca per il riscaldamento, di mosto in fase di invecchiamento trovato ancora sigillato nei contenitori. E, soprattutto, di una moneta che riferisce della quindicesima acclamazione di Tito ad imperatore, avvenuta dopo l'8 settembre del 79.

Ridefinito dunque lo spazio urbano nella Regio V grazie al rinvenimento di due dimore di pregio con preziose decorazioni Riaffiorati dai lapilli la «Casa con giardino» con il bel portico affrescato, e la «Casa di Giove» con gli eccezionali mosaici pavimentali. L'iscrizione in carboncino, in particolare, è la traccia tangibile di un momento di vita quotidiana e supporta la teoria che la data dell'eruzione fosse a ottobre e non ad agosto. La scritta è, infatti, datata al sedicesimo giorno prima delle calende di novembre, corrispondente al 17 ottobre. La data appare in un ambiente della casa in corso di ristrutturazione, a differenza del resto della stanze già completamente rinnovate. Ci dovevano essere, pertanto, dei lavori in corso nell'anno dell'eruzione. Inoltre, trattandosi di carboncino, fragile ed evanescente, che non avrebbe potuto resistere a lungo nel tempo, è probabile che si tratti dell'ottobre del 79 dopo Cristo, una settimana prima della grande catastrofe che sarebbe, secondo questa ipotesi, avvenuta il 24 ottobre.

La casa, come detto, era in corso di ristrutturazione al momento dell'eruzione. Ciò può spiegare come mai, accanto a stanze con pareti e soffitti affrescati, e con pavimenti cementizi in alcuni casi con tessere o con lastre marmoree, vi fossero ambienti con pareti semplicemente intonacate e addirittura privi di pavimento, come l'atrio e il corridoio di ingresso. Proprio le pareti dell'atrio e del corridoio di ingresso hanno conservato una notevole quantità di graffiti, in corso di studio, con frasi, in alcuni casi di carattere osceno e con disegni (tra cui alcuni volti stilizzati). In maniera insolita si sono conservati disegni tracciati con calce o gesso, tra cui uno raffigurante un volto umano caricaturale di profilo, e con carbone, anche in questo caso volti umani. Tra questi ultimi anche l'iscrizione a carboncino.

Pompei continua a stupire e il ministro dei Beni Culturali Bonisoli non nasconde la soddisfazione definendo il ritrovamento dell'iscrizione «una scoperta straordinaria». E ci mancherebbe.

«Oggi un pochino e con molta umiltà - fa sapere Bonsoli - stiamo forse riscrivendo i libri di storia perché stiamo ridatando l'eruzione che distrusse Pompei».

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