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Afghanistan, le bombe dei Talebani e il voto macchiato dal sangue

In tutto il Paese si sono contati 192 attacchi, per lo più con ordigni esplosivi e kamikaze

Da Radio Radicale
Da Radio Radicale

I Talebani lo avevano annunciato. E così è stato. Alla popolazione afghana, chiamata al voto per le elezioni parlamentari, avevano rivolto un appello molto chiaro. Boicottare il voto per proteggere le loro vite. Ma i cittadini, alle urne, sono andati lo stesso. Probabilmente anche per sfidare quel terrore.

E gli attacchi alla sicurezza, in Afghanistan, nel giorno delle elezioni parlamentari, infatti, sono stati molti: 192 secondo le ultime segnalazioni. Lasciando una scia di sangue che ha provocato diversi morti e più di 145 feriti. Un bilancio probabilmente destinato a crescere. A renderlo noto è stato il ministro degli interni, Wais Barmak, a Tolo News. Tra gli obiettivi colpiti seggi e scuole, sparsi in tutto il Paese. Con bombe a mano, kamikaze e ordigni esplosivi.

Solo a Kabul, in diversi attacchi, 100 le persone ferite e 19 i morti. A Kunduz, nell'area settentrionale del Paese, sono state uccise tre persone, tra cui un esponente della Commissione elettorale, e ne sono state ferite una quarantina. Vittime anche nella provincia orientale di Nangarhar, con due morti e cinque feriti. Al numero degli scomparsi si aggiungono almeno dieci poliziotti e un soldato dell'esercito nazionale afghano.

Per la giornata, le autorità avevano schierato circa 54mila membri delle forze di sicurezza, per proteggere i quasi nove milioni di cittadini chiamati alle urne. Con tre anni di ritardo. Per una tornata elettorale, la terza dall'intervento militare statunitense che ha allontanato il regime talebano nel 2001, minacciata da continui attacchi. Sia da parte dei Talebani che da parte di Daesh.

Il presidente Ashraf Ghani aveva, in mattinata, aveva però incoraggiato la popolazione a recarsi ai seggi: "Chiedo a tutti gli afghani, giovani e vecchi, donne e uomini, di esercitare il loro diritto di uscire e votare". Un giorno storico, per molti.

La ong italiana di Gino Strada, Emergency, che solo la mattina aveva accolto 46 persone, ha riferito anche di un bambino arrivato già morto nella loro struttura.

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