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Brexit, Londra scende in piazza per un secondo referendum

Centinaia di migliaia di persone sono scese per le vie di Londra per manifestare contro la Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, e chiedere al governo di Theresa May un nuovo referendum

Brexit, Londra scende in piazza per un secondo referendum

Londra dice no alla Brexit! Oltre mezzo milione di persone si sono radunate oggi davanti al Parlamento britannico e nelle vie cittadine circostanti della capitale inglese per manifestare pacificamente contro l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

Protagoniste del corteo cittadino che ha attraversato il centro di Londra sono state migliaia di bandiere europee sventolate a gran forza per riaffermare la convinzione e la volontà dei cittadini inglesi partecipanti alla manifestazione della scelta di restare nell’Europea dei 28.

La questione del divorzio tra Londra e Bruxelles, ovvero la famosa Brexit, ha letteralmente diviso il paese a metà. Tutto ciò è cominciato due anni fa, quando il 23 giugno 2016 il 52% dei cittadini britannici si è espresso favorevole all’uscita dall’adesione del paese di Sua Maestà all’Unione europea (Ue).

La manifestazione londinese di oggi è stata definita come “il più grande evento sulla Brexit”, dagli stessi organizzatori, rimasti soddisfatti dall’impressionante folla che ha preso parte alla protesta cittadina. L’ultima parata, infatti, risale allo scorso giugno e allora circa 100mila persone avevano preso parte all’evento, numero che ha fatto passare in sordina la portata della manifestazione.

Ma questa volta sembra essere diverso. Gli inglesi hanno preso coscienza dei preoccupanti problemi e svantaggi derivanti da questo addio. In questi mesi uno dei fattori più colpiti dall’effetto Brexit è stato sicuramente il Pil del Regno Unito, che risulta in netto calo se paragonato al periodo pre-Brexit. E gli analisti si dicono sicuri che in caso di hard Brexit, ovvero l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea senza aver trovato degli accordi ben definiti e accettati da ambo le parti, la situazione del paese diventerebbe ancora più critica. Le voci dell’economia inglese sotto pressione sarebbero non solo il Pil annuale, ma anche il livello occupazionale, il livello dei salari incalzato da una crescente inflazione, l’aumento del debito privato con la conseguente riduzione del livello di risparmio, la fuga di capitali stranieri e il costante calo dei titoli azionari inglesi quotati in borsa.

L’obiettivo di questa nuova marcia cittadina è chiedere e, al contempo, cercare di convincere la premier inglese Theresa May a indire un nuova consultazione (referendum) popolare sulla possibilità di uscire veramente dall’Unione europea.

Ad oggi, infatti, i negoziati tra Londra e Bruxelles sembrano essere ancora in alto mare. La data del divorzio tra Regno Unito e Ue è prevista per venerdì 29 marzo 2019, giorno in cui la vecchia Albione lascerà definitivamente il mercato unico europeo, definito come il più grande successo dell’Ue e uno dei principali motivi della sua creazione.

Theresa May continua a proseguire sulla linea dura contro la permanenza del Regno Unito in Europa e sulla possibile idea di un nuovo referendum. "Non ci sarà nessun secondo referendum, la gente ha votato", ha detto affermato la premier inglese pochi giorni fa, decisa ad "attuare" il risultato del referendum.

A favore di una nuova consultazione si sono schierati il sindaco di Londra Sadiq Khan, in testa al corteo londinese di oggi pomeriggio, e l’ex capo del governo laburista Tony Blair, contrario al divorzio tra Londra e Bruxelles.

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