Nella retrocessione dell'Italia decretata da Moody's, Salvini e Di Maio hanno visto il bicchiere mezzo pieno. E cioè che la prospettiva (outlook) è rimasta stabile. Quindi nel breve periodo non arriveranno altre bocciature. Ma è chiaro a tutti quello che dice Moody's? Leggiamo: l'outlook stabile «riflette la robustezza del credito» dell'Italia, che bilancia le minori entrate. Il punto di forza è l'alto grado di ricchezza delle famiglie, fonte potenziale per finanziare lo Stato. Sì, avete capito bene: Moody's è tranquilla perché in Italia c'è una classe media da continuare a spolpare e, se i conti pubblici dovessero deteriorarsi malamente, le entrate potrebbero sempre arrivare da lì. Da una patrimoniale fatta su misura per il ceto medio. E fanno bene Salvini e Di Maio a festeggiare: facile che a mettere le mani nei portafogli delle famiglie non saranno loro, ma quelli che verranno dopo, governo di salvezza nazionale o Troika che siano. D'altronde, quel ceto borghese che lavora, paga le tasse, consuma e risparmia, compra una casa, a volte anche due, e pensa ai figli non interessa al governo gialloverde né punto né poco. Nemmeno alla Lega, che pure lo dovrebbe avere tra i suoi sostenitori. Basta guardare la manovra: cosa c'è per loro, per quelli del ceto medio? Si era parlato di flat tax, ma se c'è un punto del contratto di governo che è stato manipolato o sbianchettato è proprio quello, altro che il condono. Eppure questi sono quelli che tengono in piedi il Paese. Due numeri possono dare meglio l'idea. Il primo è la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane: ammonta a oltre 4.300 miliardi. Quasi il doppio del debito pubblico (che è di 2.300). E molto più alta di altri grandi Paesi Ue: in Italia è il 3% del reddito disponibile; in Germania arriva a malapena al 2; in Francia è il 2,6%. Negli ultimi 20 anni è raddoppiata. E per circa il 30% è detenuta in depositi bancari a medio lungo termine o addirittura in liquidità: significa che ci sono 1.300 miliardi a disposizione di qualsiasi governo che, nottetempo, decida di fare un prelievino salva-Stato. Non sarebbe neanche la prima volta: correva l'anno 1992, governo di Giuliano Amato, quando il 10 luglio ci svegliammo tutti con il 6 per mille in meno sul c/c. Secondo numerino, la ricchezza non finanziaria (immobili, terreni, capitale fisso): vale 9.600 miliardi, di cui circa 6.000 sono immobili residenziali delle famiglie. Per lo più prime case. Significa che, di nuovo, più del doppio del debito pubblico è in mano a chi si è costruito nel tempo una piccola sicurezza di mattoni. Anche qui, ci fosse mai bisogno, una nuova imposta sulla casa e il gioco è fatto. Ecco allora che quelli di Moody's ci vedono benissimo.
Mentre il bicchiere, per la classe media, rischia di rimanere sempre quello mezzo vuoto.
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