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Icardi a testa alta nell'Inter che decolla

Maurito sempre più leader a suon di gol Spalletti anti-Juve. Ma perde Nainggolan

Icardi a testa alta nell'Inter che decolla

Ci si è provato alla vigilia a confezionare quel campionario di frasi fatte che accompagnano una partita importante, per declassarla a «sfida come le altre» o «gara che vale tre punti, in fondo». No, erano balle. Fanno parte del gioco, della dialettica calcistica. Ma sempre di balle si tratta. Perché la vittoria nel derby per l'Inter, in realtà vale molto più dei tre punti messi in saccoccia. Per quello che rappresenta, per come è arrivata e per cosa potrebbe significare.

Intanto quella testata di Icardi al minuto 92 della stracittadina porta a cinque le vittorie consecutive dell'Inter in campionato, dato che non veniva registrato dal gennaio 2017 con Stramaccioni in panchina, all'epoca del suo periodo di momentaneo splendore. Sette le vittorie in fila considerati i due sigilli in Champions League contro Tottenham e Psv Eindhoven. Mica male davvero per una squadra che, per stessa ammissione di Spalletti, è a caccia di continuità. Una continuità che i nerazzurri si stanno conquistando con le unghie e con i denti. Perché se è vero che le statistiche nel calcio lasciano spesso il tempo che trovano, è altrettanto eloquente il dato secondo cui l'Inter in campionato ha segnato sette gol negli ultimi 15 minuti di gioco, più di ogni altra squadra in tutta la serie A. E il finale da brividi con il Tottenham all'esordio in Champions non fa altro che confermare: questa Inter non molla mai.

Merito del suo allenatore e della mentalità che ha trasferito alla squadra e per il modo di interpretare le partite della squadra. Ma anche del carattere di alcuni giocatori che hanno preso per mano i compagni nei momenti più delicati. Skriniar in difesa è sempre più leader, non sbaglia un movimento ed è di un'affidabilità totale. Vecino nel mezzo ha fatto vedere che, superati i problemi fisici che lo hanno afflitto nella passata stagione, può abbinare quantità, qualità e quelle folate offensive che lo hanno eletto idolo dei tifosi mentre la regia di Brozovic è ormai imprescindibile. E poi là davanti c'è lui, Mauro Icardi. Il derby è il manifesto del suo modo di giocare. Corre, lotta, si sbatte e magari non la prende quasi mai perché di palloni giocabili non gliene arrivano poi così tanti. Eppure è lì, sempre, in attesa. E quando serve colpisce. Implacabile, specie quando la posta in palio diventa più alta. Non a caso l'argentino si esalta nei derby: nelle ultime quattro gare di campionato contro i cugini è andato a segno cinque volte. Il capitano è spesso criticato perché partecipa poco al gioco. E può essere. È criticato anche perché i suoi piedi non sembrano essere sempre educatissimi. E può non essere sbagliato. Eppure fa quello per cui è pagato. Fa gol. E ne fa tanti. Ognuno esprime la propria leadership a suo modo. E lui fa così.

Esaltazione ed entusiasmo per l'Inter che domani affronta il Barcellona privo di Messi. Anche senza Nainggolan che starà fuori almeno per un mese causa distorsione alla caviglia, un altro esame importante alla ricerca della decantata continuità.

Per sognare in Champions e candidarsi, per davvero, al ruolo di anti Juventus.

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