Cronache

Pamela e Desirée: vittime della stessa violenza

Pamela Mastropietro e Desirée Mariottini, due giovani ragazze unite da un tragico destino. E uccise dalla stessa mano: droga e immigrazione incontrollata

Pamela e Desirée: vittime della stessa violenza

"Il corpo fatto a pezzi di una ragazza è stato trovato a Pollenza, nel Maceratese". È il 31 gennaio scorso e le agenzie battono la notizia del ritrovamento di un cadavere brutalmente mutilato. È il cadavere Pamela Mastropietro, una 19enne romana che, pochi giorni prima, è scappata dalla comunità di recupero Pars di Corridonia. Il Calvario della ragazza inizia non appena varca il cancello del centro che la ospita. Incontra un uomo di mezza età che, in cambio di sesso, le dà qualche soldo (50 euro) che la ragazza decide di usare per comprarsi della droga. Pamela si dirige così, inconsapevole, verso la morte.

Incotra Innocent Oshegale, 29 anni, e noto per essere uno spacciatore. Alle 11.05 Pamela entra in una farmacia dove compra una siringa da 5 ml - "usata di solito per i cocktail di droghe, crack e altre sostanze", spiegherà poi il farmacista al Corriere - ed entra nella casa del pusher. Qui incontrerà Desmond Lucky (condannato a sei anni per spaccio) e Lucki Awelima.

Sono ore concitate e non si sa esattamente cosa succede. La ragazza, secondo le ricostruzione fornite fino ad ora, morirà tra le 12 e le 18. Le prime ricostruzioni parlano di un'overdose, ma la causa potrebbe essere un'altra. Secondo il procuratore capo di Macerata, Giovanni Giorgio, infatti, la ragazza sarebbe stata uccisa da alcune "coltellate al fegato quando era ancora in vita". L'unico colpevole di quell'omicidio, però, è Oshegale che, secondo una ricostruzione fornita da Quarto Grado, avrebbe raccontato: "Quando sono tornato lei era morta . Sono uscito a comprare un sacco per nascondere il corpo. Non ci sono riuscito perché il sacco era piccolo. Ho preso così la decisione di sezionare il corpo. Non l’avevo mai fatto prima. Ho nascosto i resti in due valigie e le ho portate con un taxi verso Sforzacosta ma ero al telefono e non mi sono accorto di aver superato il paese e così ho chiesto al tassista di lasciare le due valigie lungo il fossato. Temevo della reazione della mia compagna".

Un tragico destino, simile a quello della 16enne Desirée Mariottini, il cui corpo è stato ritrovato il 19 ottobre scorso in un cantiere abbandonato nel quartiere San Lorenzo a Roma. Anche in questo caso, si è subito pensato a un'overdose che avrebbe stroncato la ragazza. Ma la realtà è un'altra e molto più tragica. Desirée, infatti, sarebbe stata prima violentata da una gang di africani e arabi, come ha raccontato un testimone: "Sono arrivato lì a mezzanotte o mezzanotte e mezza e c'era una ragazza che urlava. Ho guardato quella che urlava e c'era un’altra ragazza a letto: le avevano messo una coperta fino alla testa ma si vedeva la testa. Non lo so se respirava, sembrava già morta, perché l'altra ragazza urlava e diceva che era morta. C'erano africani e arabi sei o sette persone. Anche un'altra ragazza era lì e parlava romano. Urlava che l'hanno violentata, poi lei ha anche preso qualche droga perché lì si vende la droga. È stata drogata perché aveva sedici anni. Da quello che diceva lei sono stati tre sicuramente o quattro". La ragazza che urlava, forse, era la cugina di Desirée.

Droga, immigrazione incontrollata e degrado. Le mani che hanno ucciso Pamela e Desirée sono le stesse.

E sono insanguinate.

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