Cronaca locale

L'inesauribile Trifonov «I concerti? Mai troppi»

La star russa del piano va in scena martedì Pagine di Beethoven, Schumann e Prokof'ev

Piera Anna Franini

Quest'estate, il 25 luglio, a Verbier sono stati invitati i 30 più grandi solisti (fiati esclusi) sulla faccia della Terra. In un colpo solo, stesso giorno, ora e palco abbiamo assistito alle performance di pianisti, violinisti, violisti, violoncellisti stellari come Vengerov, Kavakos, Pletnev, Maisky, Hahn, Batiashvili, Kissin, Capucon, Frang, Gringolts, Schiff, Zukerman. E del pianista Daniil Trifonov (russo, classe 1991). Che pure lì, fra astri di prima grandezza, è riuscito comunque ad eccellere. In sintesi: è la stella polare. Ca va sans dire che il suo recital, il 30, in Conservatorio (ore 20.45), è l'appuntamento più prestigioso di una stagione comunque di spessore come quella della Società del Quartetto (eseguirà musiche di Beethoven, Schumann e Prokof'ev).

Un recital che arriva dopo quello al Lac di Lugano di sabato 27, quindi Bologna, e sarà seguito dalle tappe di Torino, Firenze, Bari e Roma. Perché Trifonov non si risparmia. Firma intorno ai 130 concerti l'anno. Anche questa volta gli abbiamo riproposto il quesito dell'ultima intervista: «Non è troppo? Non è un ritmo eccessivamente sostenuto?». Risposta, preceduta da uno sguardo incredulo. «Troppi? No. Non direi. Anche perché provo piacere a suonare in pubblico». E la composizione? Trifonov è anche compositore e quando può interpreta se stesso. «Per la composizione riesco sempre a trovare il tempo. Comporre è un qualcosa di cui ho bisogno», racconta con quell'espressione estasiata. Il metodo Trifonov, del resto, è questo: programma limato all'inverosimile quindi replicato alla enne. Nel frattempo studia una miriade di pezzi che porterà in scena o su disco solo quando saranno a un soffio dalla perfezione. L'ultima nato in sala d'incisione - Decca - raccoglie il «Secondo» e «Quarto Concerto» di Rachmaninov eseguiti con la Philadelphia Orchestra diretta da Yannick Nezet-Seguin. L'esito è quello di un repertorio che si sta ampliando con gradualità includendo la musica da Camera. «Adoro suonare con colleghi», ammette. Anche perché si tratta di colleghi di lusso, su tutti la violinista Anne-Sophie Mutter con la quale ha inciso il «Quintetto La Trota» di Schubert. Da quando è venuto alla ribalta, nel 2011 con due medaglie d'oro a Mosca e a Tel Aviv, Trifonov è artista in crescita, non si smentisce mai, mette d'accordo tutti. Il recital di Trifonov apre un mese segnato dalla presenza di grandi pianisti. A ospitarli sono le Serate Musicali che per qualche artista rompono con la tradizione del lunedì. Si parte con Piotr Anderszewski (5 novembre), gran pianista, polacco, di fatto poco presente in Italia ma regolarmente a Milano grazie - appunto - alle Serate. L'8 novembre torna Mikhail Pletnev, collega prediletto di Trifonov col quale ha inciso un tutto Chopin nei panni di direttore (della Mahler). Capita che i due condividano la stessa tastiera per quattro mani.

Altro fior di pianista è Sir Andras Schiff, atteso il 12 novembre con tutto Bach.

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