Politica

Usa, caccia al bombarolo Ma Trump attacca i media

Nuovi ordigni a De Niro e a Biden. «La stampa genera rabbia». L'ex capo della Cia: «Il presidente fomenta odio»

Valeria Robecco

New York Donald Trump riprende implacabile i toni da campagna elettorale e cavalca l'incubo dei pacchi bomba negli Stati Uniti per scagliarsi nuovamente contro i media, colpevoli a suo avviso di alimentare un clima di odio e di contrapposizione politica violenta. Il tutto mentre nuovi ordigni potenzialmente esplosivi sono stati recapitati all'ex vice presidente Joe Biden (numero due di Obama) e a Robert De Niro, la stella di Hollywood che più di altri si è scagliata contro il 45esimo Commander in Chief Usa. Le indagini intanto si concentrano sulla pista del terrorismo interno, mentre gli inquirenti cercano di risalire alla fonte e si stanno concentrando sulla Florida, da dove sarebbero stati spediti.

Durante un comizio in Wisconsin per le elezioni di Midterm, dapprima, Trump prima ribadisce il suo appello all'unità, sottolineando che la violenza politica «è un attacco alla democrazia», e assicurando che «troveremo i responsabili e li assicureremo alla giustizia il prima possibile». Poi, però, entra a gamba tesa contro i media: «Hanno le loro responsabilità», dovrebbero «mettere fine alla loro incessante ostilità». Concetti che ribadisce anche su Twitter, dove accusa la stampa di generare «la rabbia che vediamo oggi» pubblicando «di proposito storie false e inaccurate, quelle che io chiamo fake news». «I principali media devono rivedere le loro azioni, velocemente», continua. I suoi detrattori invece puntano il dito contro la retorica del tycoon, di cui le minacce sarebbero una conseguenza. «Basta prendersela con gli altri, guardati allo specchio»: è il durissimo attacco rivolto a Trump dall'ex numero uno della Cia John Brennan, destinatario di uno dei pacchi bomba. «La tua retorica incendiaria, i tuoi insulti, le tue bugie e il tuo incoraggiare la violenza fisica sono vergognosi. Datti una regolata - continua - e cerca di agire in maniera presidenziale». La portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders, da parte sua, definisce «vergognose» le accuse rivolte al presidente, in quanto presunto responsabile dell'invio dei pacchi bomba ai suoi oppositori. C'è una grande differenza, continua, tra «commenti fatti e azioni prese»: «La persona responsabile è quella che ha preparato questi congegni e li ha messi nelle mani di innocenti cittadini americani. Questa è la persona responsabile».

Dopo la giornata ad alta tensione di mercoledì, l'Fbi ha dato il via ad una caccia all'uomo a livello nazionale per individuare il (o i) serial bomber, facendo sapere che sta trattando la vicenda come «terrorismo interno». Il Bureau lancia un appello a restare vigili, perché «è possibile che altri dispositivi siano inviati per posta in altre località». E invita gli americani a «non toccare, muovere o maneggiare alcun pacco sospetto o sconosciuto». In tutto sono dieci i congegni sospetti inviati ad una serie di alti esponenti del partito democratico, tra cui l'ex presidente Barack Obama e l'ex segretario di Stato Hillary Clinton, ma anche a individui e organizzazioni critiche del tycoon come il miliardario filantropo George Soros e la Cnn. Gli ultimi pacchi sono stati diretti invece all'ex vice presidente Joe Biden e all'attore Robert De Niro. Gli investigatori ne hanno trovato due indirizzati a Biden: entrambi in due uffici postali in Delaware, dove vive, ed entrambi simili agli altri contenenti le pipe bomb. Presenta le stesse caratteristiche anche quello recapitato a De Niro nell'edificio dove si trova la sua compagnia di produzione a Tribeca, Manhattan. L'allarme è scattato nelle prime ore della mattina, quando un agente della sicurezza ha trovato l'ordigno e ha chiamato la polizia. «È estremamente inquietante e spaventoso» essere colpiti «per il proprio credo politico», commenta il portavoce della star di Hollywood.

«Tutte le persone prese di mira hanno in comune una cosa, le loro convinzioni politiche - sottolinea - Questa per ora è l'unica conclusione a cui si può arrivare».

Commenti