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Macron blocca pure i treni per scaricarci gli immigrati

Un regionale italiano per Torino fermato a Modane per far salire un clandestino maliano senza biglietto

Macron blocca pure i treni per scaricarci gli immigrati

Un altro gesto di arroganza, un altro caso di rimpatrio fai-da-te di un immigrato da parte dei gendarmi francesi, un altro episodio che rimpolpa il dossier degli sgarbi transalpini ai nostri danni, e che saranno sul tavolo sempre più ingombro dell'incontro tra la prefettura di Torino e quella francese di Hautes-Alpes che si terrà nei prossimi giorni.

L'episodio è avvenuto sabato mattina su un treno regionale dalla Francia all'Italia. I gendarmi francesi con modi spicci hanno bloccato a Modane il convoglio e ci hanno caricato a forza un clandestino di nazionalità maliana, che secondo loro si sarebbe introdotto in Francia dall'Italia, chissà se a bordo di un altro treno in direzione opposta o seguendo le rotte dei sentieri di montagna sempre molto affollate di disperati. I gendarmi francesi non vogliono sentire ragioni, malgrado l'uomo non abbia documenti né i soldi per pagare il biglietto. I ferrovieri italiani si oppongono, non possono far salire un passeggero senza biglietto solo perché lo hanno deciso i poliziotti francesi. Passa il tempo, il treno resta fermo a Modane, i passeggeri a bordo borbottano, il maliano rimedia in qualche modo di due euro e mezzo che servono per mettersi in regola almeno con il titolo di viaggio, i ferrovieri italiani a quel punto lo accettano a bordo ma nel frattempo avvertono gli agenti della polizia ferroviaria di Torino. Solo grazie a questa pignoleria da ferrovieri lo sbrigativo respingimento che i «flic» avrebbero voluto portare a termine senza lasciare traccia viene annotato dalle autorità italiane, che quando il treno arriva a Bardonecchia, prima stazione italiana, accolgono l'africano e lo portano al locale commissariato per l'identificazione. Nel frattempo il treno accumula un forte ritardo e arriva alla stazione torinese di Porta Susa con 47 minuti di ritardo. «Parigi dovrebbe rimborsare i viaggiatori», propone il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che definisce l'accaduto un «ennesimo episodio di arroganza francese» e annuncia: «In settimana ci saranno contatti ufficiali con i francesi dopo gli sconfinamenti di Clavière. Aggiungiamo un altro capitolo al lungo elenco di lamentele. L'Italia pretende rispetto!». L'inquilino del Viminale ha anche ringraziato «le nostre forze dell'ordine e anche il personale di Trenitalia che non ha abbassato la testa».

Un altro episodio tutto da chiarire è avvenuto qualche ora dopo al confine tra Italia e Francia. Un gruppo di migranti ha chiamato il 112 per avvertire le autorità italiane che i poliziotti francesi li avrebbero abbandonati nei boschi sopra il colle della Scala, vicino a Bardonecchia, dopo averli fermati al confine. Molti gli aspetti poco chiari, di certo se si è trattato di un respingimento è stato l'ennesimo effettuato con modi irrituali, vale a dire senza che i francesi avvertissero i colleghi italiani. I migranti peraltro non sono stati ancora trovati né dagli agenti italiani né da quelli francesi, che si sono messi in moto solo su pressione dei nostri.

Sfregi che seguono quelli compiuti dalle autorità francesi nelle scorse settimane a Clavière. L'episodio più grave, visibile su un video postato anche da Salvini sui social, uno sconfinamento nel nostro territorio, durante un respingimento, atto su cui la procura di Torino ha aperto un'inchiesta. Il 12 ottobre un furgone della gendarmerie sarebbe stato visto in Italia, appena dopo il confine, mentre faceva scendere un paio di migranti. Per l'episodio la Francia si è scusata in maniera abbastanza riluttante, parlando di «incidente». Incidente sì, ma diplomatico.

Nei giorni successivi la Francia è stata accusata di aver scaricato allo stesso confino immigrati minori, ma stavolta ha negato ogni addebito.

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