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Via le pensioni agli ebrei vittime delle leggi razziali e ai perseguitati politici dal fascismo

Il decreto fiscale del governo prevede un taglio di 50 milioni al Fondo del ministero dell’Economia che, dal 1955, eroga circa 500 euro mensili ai perseguitati politici e agli ebrei nati prima del 1945. Ma il governo nega

Via le pensioni agli ebrei vittime delle leggi razziali e ai perseguitati politici dal fascismo

Via le pensioni agli ebrei e agli oppositori politici vittime delle persecuzioni fasciste. Il decreto fiscale del governo prevede un taglio di 50 milioni al Fondo del ministero dell’Economia che, dal 1955, eroga circa 500 euro mensili ai perseguitati politici e agli ebrei nati prima del 1945.

Si tratta, come scrive La Stampa che riporta la notizia, di persone che ricevono questo vitalizio come “gesto riparatore” per aver perso il diritto al lavoro e all’istruzione dopo il 1938, o perché sono costretti a fuggire all'estero. Questa misura si inserisce all’interno di un’altra serie di tagli previsti dal decreto e che riguardano gli aiuti alle famiglie e alle imprese. Un modo per fare cassa ma che colpisce perché l'Unione delle comunità ebraiche italiane teme che si possa trattare della cancellazione tout-court del Fondo.

La legge, a firma del senatore comunista Umberto Terracini, risale al 1955 e fino al 1986 ha interessato perlopiù gli antifascisti perseguitati dal regime. Dal 1986, dopo un intervento della Corte costituzionale, hanno avuto accesso al fondo anche gli italiani di fede ebraica vittime del fascismo, i loro coniugi e gli orfani che hanno un reddito annuo inferiore ai 17mila euro. Noemi Di Segni, la presidente dell’Ucei, si è rivolta con una lettera al premier Giuseppe Conte, al ministro dell'Economia Giovanni Tria e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti (che ha la delega per i rapporti con le confessioni religiose) per chiedere di poter essere sentita dalla commissione Finanze del Senato che da oggi discuterà il decreto fiscale così da ottenere un ripensamento.

Pronta la replica del viceministro all'Economia, Laura Castelli, che attacca i giornali che hanno diffuso la notizia e poi dice: "Smentiamo in modo categorico che sia stato tolto anche solo un euro dall'assegno per le vittime delle leggi razziali e per i perseguitati dal fascismo per motivi politici. Si tratta di una notizia totalmente priva di fondamento ed è grave che un quotidiano nazionale come La Stampa, poi seguito da altri quotidiani, abbia pubblicato una fake news di questa portata. Il fondo per le pensioni c'è ed è capiente per tutto il 2019. Tutti i beneficiari riceveranno l'intero assegno". E ancora: "Riteniamo quanto fatto circolare sulla 'Stampa-sottolinea- un fatto gravissimo, oltretutto perché riguarda una questione delicata e sensibile quale quella delle vittime della persecuzione. Si tratta dell'ennesima squallida menzogna e ci dispiace che ad essere inconsapevolmente coinvolte in questo clamoroso errore siano persone a cui va tutto il nostro sostegno e la nostra comprensione".

Per la Castelli si tratta solo di "falsità" volte solo ad "attaccare il governo" e "gli esponenti delle opposizioni che hanno rilanciato queste falsità, come l'onorevole Fiano, dovrebbero vergognarsi e chiedere scusa".

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