Salute

Diabete, DiaDay vuol dire prevenire

Dal 12 al 18 novembre controlli gratis. Le farmacie del territorio come avamposto

Riccardo Cervelli

Dopo il successo della prima edizione nel 2017, dal 12 al 18 novembre ritorna DiaDay, un'iniziativa per la prevenzione del diabete e delle sue complicanze. La campagna è ideata e promossa da Federfarma, l'associazione che rappresenta le 18mila farmacie private sul territorio italiano, e dà ai cittadini la possibilità di calcolare il rischio di sviluppare il diabete nei prossimi 10 anni, o di scoprire di essere in una condizione di prediabete o addirittura di essere già affetti da questa patologia.

Al cittadino basterà entrare in farmacia, sottoporsi gratuitamente all'autoanalisi della glicemia e rispondere con l'aiuto del farmacista a facili domande predittive sul rischio. Coloro che sono già affetti da diabete saranno sensibilizzati sull'importanza dell'aderenza alla terapia prescritta dal medico.

In attesa di conoscere i risultati della prossima campagna (la lista delle farmacie aderenti sarà accessibile dal 9 novembre sul sito www.federfarma.it) ecco alcuni dati e commenti relativi alla prima edizione. DiaDay 2017 ha visto attivamente coinvolte 5.671 farmacie italiane, che hanno monitorato ben 160.313 individui in soli 11 giorni. I soggetti monitorati sono stati per il 60% donne e per il 40% uomini. Delle persone esaminate, l'82% aveva più di 44 anni e il 44% ha più di 64 anni, dati che rispecchiano la composizione dell' utenza-tipo della farmacia.

I giovani fino a 34 anni hanno rappresentato il 6,81% del campione, una percentuale contenuta che è però di grande importanza in ottica di prevenzione. Il 63% ha fatto l'autoanalisi della glicemia in un qualunque momento della giornata, non dopo digiuno notturno.

La distinzione è importante perché la diagnosi di prediabete si può fare solo sulla base di valori di glicemia rilevati dopo il digiuno notturno. La scoperta di diabete in un soggetto che non sa di esserlo risulta dal valore della glicemia (uguale/maggiore di 200 mg/dL), indipendentemente dalla condizione di digiuno o non digiuno. Ovviamente un paziente diabetico ben trattato può presentare valori normali di glicemia.

Sui 160.313 soggetti esaminati ne sono risultati diabetici 19.077 (11,90% del campione). Di questi, 14.662 erano persone che avevano dichiarato nel questionario di aver ricevuto una diagnosi pregressa di diabete; 4,415, invece, sono state le persone che non sapevano di avere il diabete (pari al 3% dei soggetti). Questo dato è risultato molto importante perché ha permesso a oltre 4mila persone di curarsi, evitando l'aggravamento della malattia e le conseguenti complicanze.

Rilevante è stato anche il dato relativo alle persone risultate prediabetiche. «Su 141.236 soggetti esaminati (160mila casi totali al netto dei 19mila soggetti diabetici) - commenta Silvia Pagliacci, responsabile del progetto e presidente Sunifar - 18.881 persone (13,37%) hanno scoperto di trovarsi in questa condizione. Di queste, due terzi presentavano valori di glicemia a digiuno compresi tra 100 e 110 mg/dL; un terzo aveva la glicemia a digiuno tra 111 e 125 mg/dL. La condizione di prediabete è stata riscontrata con moderata prevalenza tra le donne (53%) e in misura leggermente minore negli uomini (47%). Il 2,57% dei soggetti risultati prediabetici ha meno di 34 anni. La percentuale è contenuta, ma di enorme importanza perché queste persone, adottando opportuni comportamenti alimentari e stili di vita, potranno in gran parte evitare di sviluppare il diabete a distanza di alcuni anni, quindi in età ancora giovane. La maggior parte delle diagnosi di prediabete riguarda soggetti ultrasessantaquattrenni (55,48%)».

Il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, si aspetta un grande successo anche per la campagna 2018. «Scoprire per tempo il diabete o accertarne la predisposizione permette di individuare tempestivamente, insieme al medico, le terapie e i comportamenti più opportuni da adottare. Significa anche ridurre i costi economici della malattia.

DiaDay è un'importante iniziativa di educazione sanitaria e di prevenzione sul territorio, che sfrutta appieno la capillarità della rete delle farmacie, confermandone il ruolo di primo presidio del Servizio sanitario nazionale».

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