Salute

Donazione midollo osseo, ecco come fare

Diventare donatori di midollo osseo, ecco gli step da seguire, tutti i requisiti e le caratteristiche per entrare nel registro nazionale dei donatori

 Donazione midollo osseo, ecco come fare

La storia del piccolo Alessandro Maria ha fatto scattare una gara di solidarietà in fatto di donazione del midollo osseo. Il bambino, di soli due anni, affetto da una malattia genetica rarissima nota come Linfoistiocitosi Emofagocitica (Hlh), è alla ricerca di un donatore compatibile. Questa necessità ha puntato l’obbiettivo nei confronti della donazione di midollo osseo, una realtà importate e salva vita. Quasi tutti possono trasformarsi in donatori compatibili e volontari, basta avere i giusti requisiti per entrare nel Registro nazionale dei donatori collegato con quello internazionale.

Per donare è importante possedere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, pesare almeno 50 chilogrammi ed essere in buona salute. Prima della donazione è importante effettuare un tampone di saliva o un prelievo di sangue, così da definire il profilo genetico per scovare eventuali compatibilità. Se tutti i requisiti sono favorevoli e corrispondono si accede ufficialmente al Registro Ibmdr nel quale si rimane fino ai 55 anni di età, limite che non vale per i donatori familiari che possono donare anche dopo questa età.

Il trapianto di midollo osseo, o meglio di cellule staminali emopoietiche, è un’opzione molto importante e spesso l’unica ancora di salvezza per molti malati colpiti da patologie serie come leucemie, talassemie, linfomi, mielomi o malattie genetiche rare. La compatibilità genetica non è immediata, anzi è piuttosto rara, con una percentuale di uno su quattro tra fratelli e sorelle, quindi 1 su 100mila tra individui non consanguinei. Ma donare è un gesto importante e fondamentale, per farlo è necessario rivolgersi ai centri ufficiali nazionali adibiti alla donazione, oppure all’Admo (Associazione Donatori di Midollo Osseo) o all’Adoces (Federazione italiana associazioni donatori cellule staminali emopoietiche).

Se viene riscontrata la compatibilità il possibile donatore viene contattato, per ulteriori accertamenti e visite così da escludere l’insorgenza di problematiche. In questa fase è ancora possibile ritirare il consenso alla donazione, in particolare se il volontario ha cambiato idea. Ovviamente l’ingresso nel Registro nazionale dei donatori contempla la protezione dei dati e la privacy, il donatore resta anonimo e la donazione non ha limiti geografici oltre ad essere gratuita. Il procedimento viene effettuato nella struttura ospedaliera più vicina, che si occuperà di far arrivare le cellule prelevate al paziente.

Il tutto avviene attraverso un prelievo delle cellule emopoietiche direttamente dal midollo osseo o dal sangue periferico, come le ossa del bacino. Nel primo caso il donatore viene sottoposto ad anestesia epidurale o generale, nella massima sicurezza e tramite l’anestesia che impedisce di sentire dolore. Dopo qualche giorno potrà presentarsi un fastidio blando affrontabile con un comune antidolorifico. Nel secondo caso il paziente dovrà assumere alcuni farmaci per incrementare la presenza di cellule staminali nel sangue, medicine che potrebbero causare stanchezza, febbre, dolori ossei ma per brevissimo tempo.

Il prelievo avviene mediante la procedura di aferesi, senza anestesia, la stessa tecnica utilizzata per la donazione di plasma e/o piastrine. La tipologia di donazione potrà cambiare in base alle necessità del ricevente, mentre l’assenza lavorativa verrà regolarmente retribuita e a carico del servizio sanitario.

Ma non tutti possono donare: ad esempio sono esclusi soggetti sofferenti di malattie cardiovascolari (aritmie gravi, alterazioni gravi della pressione arteriosa), di malattie gastrointestinali (morbo di Crohn e rettocolite acuta), quindi malattie respiratorie (asma, bronchite cronica) e malattie del sistema nervoso centrale come l’epilessia.

Non può donare chi già patisce la presenza di un tumore, anche se è guarito, quindi chi ha problemi di coagulazione o problemi psichiatrici, le donne in gravidanza, gli alcolisti, chi ha comportamenti sessuali a rischio o chi assume stupefacenti.

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