Cronache

Quando la suocera è da dimenticare

Mannino aveva inventato l'amnesia perché «schiacciato» dalla donna

Quando la suocera è da dimenticare

L'Italia è un Paese basato sul lavoro. E un po' anche sulla suocera. Sì, la suocera. Togliete la suocera e sbianchetterete il 40 per cento delle barzellette italiane (le suocere dei Carabinieri fatturano il 30 per cento). E il 50 per cento delle lasagne, ma ogni conquista ha le sue perdite inevitabili.

Le suocere sono come il traffico. Una scusa buona per tutto. In entrambi i casi - se tirerete fuori nella conversazione l'uno o l'altra - incontrerete sguardi di comprensione se non di commiserazione qualunque scempiaggine abbiate compiuto. Solo per questo guai a chi ce le tocca.

Lo sapeva bene, tutto questo, il superitaliano Salvatore Mannino, lo smemorato di Lajatico, che, come quello di Collegno nel 1927, ha inventato un'amnesia per rifarsi una vita. Ma, essendo molto meno bravo di Mario Bruneri - lo smemorato di novant'anni fa che fu anche conteso da un'altra famiglia, la Canella e il cui caso divise l'Italia per anni - e non avendo dalla sua la tecnologia nel frattempo assai più invasiva, la sua pantomima è durata solo 41 giorni. Quelli trascorsi da quel 19 settembre - in cui scomparve dalla sua casa di Lajatico, in provincia di Pisa, lasciando come traccia circa 10mila euro in contanti e un biglietto scritto in un goffo codice presto decrittato da uno dei figli in cui chiedeva scusa all'altro ieri, quando Mannino, nel frattempo ricoverato in un ospedale di Edimburgo e poi reimpatriato in Italia, è finalmente crollato. Dicendo di essersi inventato tutto: la finta sparizione, la ricomparsa misteriosa in Scozia, la sua amnesia, il suo fingere di non parlare italiano ma soltanto un inglese elementare, il suo non riconoscere i parenti accorsi dopo la sua identificazione.

Pare un film, forse lo è. Ma niente noir dalle atmosfere fumose. Qui siamo più in zona commedia all'italiana. Perché la motivazione addotta da Mannino per la sua «scemeggiatura» è semplice: la suocera. Figura che lo faceva sentire perennemente inadeguato. Ma del resto a che cosa servono altrimenti le suocere?

Altro che problemi economici, depressione, crisi esistenziali. Mannino fuggiva dal non sentirsi preso in considerazione dalla sua famiglia a causa di una figura evidentemente ingombrante. Ed ecco apparire come il frontman di quell'Italia patetica, lamentosa, perennemente schiacciata da una figura autoritaria (il capufficio, il vigile urbano, la moglie, la suocera appunto) che è incapace di affrontare a viso aperto e che sfugge ricorrendo a continui sotterfugi.

Che a volte si trasformano in melodrammi ridicoli come quello escogitato dal povero Mannino.

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