Economia

La lira turca dal baratro alla ripresa

È l'effetto delle misure economiche e del nuovo clima con l'America

La lira turca mostra costanti segnali di ripresa rispetto al dollaro e all'euro. Per la prima volta dall'inizio di agosto servono meno di 5,5 lire per eguagliare il valore del dollaro, la cui massima valutazione raggiunta lo scorso 13 agosto di 7,24 lire turche (-40%) portò la Turchia sull'orlo della bancarotta. Una ripresa che riguarda anche il valore della valuta di Ankara rispetto all'euro, che ha toccato la valutazione record di 8,13 lire ad agosto, prima del recupero fino al 6,28 di questa mattina.

È ancora presto per dire se sia il risultato dei pacchetti di misure per l'economia preparati dal governo, ma un clima più disteso sull'asse tra Ankara e la Washington ha sicuramente favorito la ripresa. Rapporti tornati vicini alla normalità soprattutto in seguito alla scarcerazione lo scorso 12 ottobre del pastore evangelico americano Andrew Brunson, dietro le sbarre in Turchia per più di un anno, la cui mancata liberazione lo scorso luglio aveva mandato su tutte le furie la Casa Bianca. Furono proprio le sanzioni economiche e i dazi sulle importazioni su acciaio e alluminio approvate dal presidente americano Donald Trump a spedire la Turchia sull'orlo dell'abisso.

Con la lira in ripresa si attendono però conferme dai dati sull'inflazione, che a settembre ha fatto registrare un picco del 24,5%, il valore più alto degli ultimi 15 anni. Ieri il governo turco ha annunciato un significativo ribasso sul costo della benzina, il cui prezzo al litro passa da 6,99 a 6,86 lire.

Tuttavia a sortire un effetto positivo sui mercati sono state le indiscrezioni secondo cui Trump intende trovare un accordo sui dazi con la Cina durante il G20 di Buenos Aires.

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