Salute

Nove italiani su 10 si sentono in colpa per il cibo sprecato

I dati dell'Osservatorio presentati oggi a Bologna mostrano un'Italia pronta a redimersi, anche se un po' in ritardo. Ma esistono contromisure per abbattere la dispersione (inutile) di cibo

Nove italiani su 10 si sentono in colpa per il cibo sprecato

In larga maggioranza sono dispiaciuti e il 92% di loro ammette i propri sensi di colpa per il cibo buttato. A dirlo sono i dati del rapporto 2018 dell'Osservatorio Waste Watcher, presentato oggi a Bologna, che mostra un'Italia pronta a rimediare ai propri sprechi. Con qualche anno di ritardo, però, rispetto ad altri Paesi più virtuosi.

A 20 anni dalla nascita di Last Minute Market, l'iniziativa sociale creata nel capoluogo emiliano nel 1998, emergono i dati che mostrano la volontà degli italiani a impegnarsi per non buttare via ingenti quantità di risorse alimentari. Quando possibile. Quattro su cinque, infatti, giudicano un'assurdità irresponsabile gettare cibo ancora buono e quattro su dieci dichiarano di aver ridotto gli sprechi nell'ultimo anno. Controllano, infatti, cosa serve prima di fare la spesa il 96% degli italiani e, in caso di eccedenza, il 92% congela il cibo cucinato.

Lo spreco domestico è la vera voragine

Sul piano della distribuzione, secondo il progetto Reduce promosso dal Distal (Dipartimento Scienze e Tecnolgoie Agroalimentari) dell'Università di Bologna con l'Università della Tuscia e il ministero dell'Ambiente, lo spreco grava per 9,5% kg all'anno, a ogni metro cubo di superficie di vendita negli ipermercati, e per il 18,8 kg all'anno a ogni metro quadro nei supermercati. Che significa che, per ogni consumatore italiano, c'è una produzione di dispersione pari a 2,89 kg all'anno pro capite. Il programma, attraverso i "Diari di Famiglia", ha esaminato anche i dati reali dello spreco domestico. Considerata "la vera voragine", perché nelle case si gettano, ogni anno, 36 kg annui di alimenti pro capite.

La consapevolezza degli italiani

Un danno economico per 9 italiani su 10, con un forte impatto diseducativo sui giovani. Nel quotidiano, infatti, il 63% degli intervistati ha dichiarato di sperperare cibo una volta al mese o anche meno frequentemente. Il 15% ha sostenuto di buttare alimenti una volta ogni due settimane, il 15% una volta ogni sette giorni e soltanto l'1% della popolazione ritiene di gettarlo quotidianamente o comunque quattro o cinque volte a settimana. Il 44% attribuisce al cibo scaduto le motivazioni del gesto, mentre il 41% dichiara di eliminarlo quando c'è della muffa, il 39% quando non ha più un buon odore e il 36% perché comprato in eccedenza.

Le contromisure per non buttare gli alimenti

Una buona percenutale di italiani ha adottato delle contromisure per contrastare queste pratiche negative. Il 56%, se ha cucinato troppo, conserva il cibo che è avanzato. Un cittadino su due, se un prodotto è scaduto, controlla che sia ancora buono prima di disfarsene e magari lo utilizza comunque. Mentre il 41% si assicura che il cibo a rischio venga consumato subito e il 30% compila una lista della spesa per non acquistare più del necessario. Per evitare lo sperpero, l'85% degli italiani vorrebbe sistemi di pianificazione della spesa, l'84% i packaging intelligenti che cambiano colore e sistemi di controllo delle temeperature del frigorifero.

Gli alimenti che si gettano di più

Nelle case italiane, verdura e frutta sono tra i primi prodotti a essere eliminati. Seguono pane fresco, cipolle, aglio, latte, yogurt, formaggi e sughi. In molti ammettono di aver buttato, negli ultimi sette giorni, almeno un etto di pane e pasta, sughi pronti, formaggi, surgealti o prodotti per la colazone. Ma anche dolci, legumi e bevande alcoliche. Per il 96% degli italiani è urgente un attento controllo su ciò che è veramente necessario e, sul piano educativo, il 90% degli italiani auspica progetti rivolti alle scuole e ai cittadini, in generale, per evitare danni economici e ambientali. Ai figli, i genitori cercano di insegnare a non buttare e a scegliere la qualità, la stagionalità e di badare meno al risparmio.

Mangiare (e conservare) come atto di civismo

Per Andrea Segrè, fondatore di Spreco Zero, "mangiare è un atto di giustizia e di civismo".

Per l'economista i paradossi del cibo sono diventati evidenti visto che 815 milioni di persone sulla Terra soffrono la fame, una pesona ogni tre risulta malnutrita e una persona su otto è obesa.

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