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Il ritorno del Polpo Paul. Oggi avversario, domani...

"Ho voluto io lo United. La Juve? Una famiglia"

Il ritorno del Polpo Paul. Oggi avversario, domani...

Torino Nessuno lo fischierà, stasera. Per capirci: non esiste il rischio che lo Stadium riservi a Paul Labile Pogba il «trattamento Bonucci» dello scorso anno. Il Polpo' sarà trattato con i guanti, perché a Torino è arrivato poco più che ragazzino ed è diventato uomo, passando da Conte ad Allegri sempre con il sorriso sulle labbra. E con quel modo di fare un po' scanzonato che lo rendono personaggio affascinante, non ancora sbruffone ma certamente simpatico. I tifosi juventini lo hanno coccolato per quattro stagioni, dall'estate 2012 al 2016: lui li ha ricambiati con 178 presenze e 34 gol, quattro scudetti, due Coppe Italia e altrettante Supercoppe. Con giocate di classe assoluta, piene di talento che a volte tracimava e lasciava interdetti spettatori e appassionati. «Sarà un ritorno emozionante, ma non ho rimpianti. Ho deciso io di tornare al Manchester. Vi sembro triste? Non mi sembra: le polemiche fanno parte del gioco». Mai una parola fuori posto nei confronti della Signora, ecco: motivo per cui nessuno gli rinfaccerà nulla. Anzi. Grazie a lui, la Juve di Marotta aveva messo a segno una plusvalenza di 72,6 milioni, certamente non bruscolini. E se è vero che Raiola, nei quattro anni di Pogba a Torino, aveva incassato la bellezza di 36 milioni abbondanti, lo è anche il fatto che a un certo punto bisogna ballare con le regole e i prezzi imposti dal mercato: l'arrivo di Ronaldo sotto la Mole ne è stato l'ennesima conferma.

Adesso la curiosità sta tutta nel capire se davvero il ragazzo di Lagny-sur-Marne, giunto ieri a Torino con un trolley bianconero, potrà tornare sotto la Mole. Perché le suggestioni a volte si trasformano in realtà e anche in questo caso basta ripensare a CR7. Di sicuro le parti si stimano e non hanno mai smesso di volersi bene, basti pensare a come brillavano gli occhi del centrocampista appena vinto il Mondiale quando si è fatto riferimento alla Juventus. «Con Cuadrado Dybala e Bonucci ci sentiamo ancora ha confermato di recente -. Eravamo una famiglia». Sullo sfondo, il Grande Freddo con Mourinho («si comporta come deve fare un allenatore: lui è il capo, io eseguo») ma anche uno stipendio di circa 20 milioni l'anno che la Juve difficilmente potrebbe permettersi, pur essendosi spinta (o forse proprio per quello) ai 31 del fenomeno portoghese. Si vedrà strada facendo, sapendo bene che sul numero 6 (scadenza contratto 2021) ci sarebbero e ci saranno tutte le grandi del calcio mondiale. Intanto, stasera se lo godranno dal vivo i 42.000 dello Stadium.

Qualcuno si emozionerà: lui per primo.

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