Cronaca locale

Palasharp, agonia di un mito. Da Frank Sinatra a dormitorio

In attesa di una chanche «olimpica» è terra di nessuno tra cancelli divelti, tendoni rotti e materassi sporchi

Palasharp, agonia di un mito. Da Frank Sinatra a dormitorio

Tra un brindisi e una stretta di mano ieri sera, nella cena che il sindaco Beppe Sala ha avuto con i delegati e il presidente del Cio Thomas Bach a Roma per la festa in onore del membro del Comitato Olimpico Mario Pescante, chissà se i discorsi hanno anche sfiorato il Palasharp. Chissà se si è parlato del Palazzetto da diecimila posti che verrà, dove si giocherà ad hockey, dove si pattinerà dove dopo i Giochi (forse) ci sarà spazio per il basket, per i concerti e chissà per quante altre cose ancora. Ma, anche se ieri Bach ha detto che Milano e Cortina hanno «ottime chanche», le Olimpiadi per ora restano un'ipotesi che fa a pugni con una realtà che in via Sant'Elia è di emergenza e degrado assoluto. Che è la fotografia di un fallimento che passa da una serie di immagini postate ieri da Silvia Sardone, consigliere comunale e regionale del Gruppo Misto dopo un sopralluogo in una struttura che ormai terra di nessuno. Oggi il Palasharp ( ciò che resta del Palasharp) è un non luogo che si fa fatica anche ad immaginare: «Sono stata all'interno della struttura- spiega la Sardone- e ho potuto constatare la massiccia presenza di immigrati che hanno trasformato l'ex tempio di concerti ed eventi in un vero e proprio dormitorio. Altri extracomunitari hanno preso possesso anche del tendone usato dalla comunità musulmana per la preghiera del venerdì: al suo interno è pieno di materassi e addirittura tende dove vivono decine di persone. E' incredibile che un luogo simbolo di Milano, del Comune, sia abbandonato e ridotto in queste condizioni: assurdo che Palazzo Marino non proceda alla riqualificazione dell'area».

Un buco nero che negli anni è diventato il ricettacolo di mondi dispersi, di «fantasmi» e disperati. «E' scandaloso che il Comune lasci a marcire il Palasharp, di cui tutti ricordiamo gli anni d'oro con le esibizioni di Frank Sinatra, Elton John, Nirvana e molti altri- continua Sardone- Ora all'interno della struttura troviamo dei mini appartamenti che contano anche la presenza di alcuni bambini in condizioni igienico-sanitarie davvero pessime. Anche in cima ai gradoni delle tribune si possono trovare altri rifugi di immigrati. A preoccupare c'è anche la situazione del tendone adiacente che tutti i giorni tranne il venerdì di preghiera si trasforma in un dormitorio abusivo di nordafricani. Mi chiedo perché il Comune non metta in sicurezza l'accesso di via Padre Carlo Salerio dove chi vuole entra ed esce in tutta tranquillità perché il cancello è stato divelto.

Il fatto che così tanti immigrati trovino riparo in una struttura come questa testimonia una volta di più l'incapacità di gestire l'accoglienza».

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