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L'eurozona della Signora è diventata un caso: troppi i finali sbagliati

Da Monaco al Bernabeu e al tonfo dello Stadium quanti svarioni. E ora manca il killer alla Pipita

L'eurozona della Signora è diventata un caso: troppi i finali sbagliati

Signora, abbiamo un problema. Forse più di uno. La rimonta choc del Manchester United ha lasciato il segno e certificato un vizio di fabbrica che la Juventus si trascina da inizio stagione: l'incapacità di chiudere le partite e di rischiare di comprometterle nel finale. Aveva rischiato con l'Empoli, con il Cagliari, ha pagato un dazio enorme in Champions. Dove contano i dettagli, per mano dello specialista in materia: José Mourinho. L'impressione è che gli avversari riconoscano la superiorità bianconera, cerchino di limitare i danni restando in partita il più a lungo possibile sperando che nel finale l'episodio giri a loro favore. E in Europa sono ormai sdoganati i cinque minuti di Massimiliano Allegri così come il cambio Barzagli. Da Monaco di Baviera al Bernabeu i finali sbagliati che hanno rovinato le imprese sono una consuetudine, senza dimenticare che all'Old Trafford sarebbe stata la stessa storia se il palo non avesse salvato Szczesny. La consolazione è che la beffa al ritorno contro lo Special One non ha pregiudicato nulla, anzi diventa una lezione da cui imparare. Potrebbe essere catalogata alla classica sberla d'autunno che ha caratterizzato il dominio bianconero degli ultimi sette anni: dalla rimonta della Fiorentina alla sconfitta in casa del Sassuolo, fino ai ko con Sampdoria e Lazio dell'anno scorso. La sfida con il Milan dirà se anche questa volta la Signora ha fatto tesoro dei suoi svarioni.

Il vero problema della Juve è che non segna per quanto crea. Con i red devil almeno quattro occasioni nitide da gol, oltre ai due legni. Una spiegazione può essere la mancanza di un centravanti, di un animale d'area alla Icardi o peggio ancora alla Higuain, che pure la Signora aveva in casa ma ha dovuto cedere per questioni di bilancio e per fare spazio a Cristiano Ronaldo. Qui si apre un capitolo a parte: CR7 contro i Red Devil ha avuto una sola palla giocabile (il lancio di Bonucci da 35) e l'ha trasformata in un capolavoro. Altrimenti è lui che si traveste da rifinitore. Mentre Paulo Dybala gioca lontano dalla porta, l'area spesso si riempie dei Cuadrado, dei Khedira vari che non hanno nelle loro corde l'istinto killer proprio del bomber, del Pipita di turno.

Allegri ha cercato di infondere fiducia uscendo dallo Stadium: «La delusione ci sta, ma non dimentichiamo quanto di buono fatto in campo». Ancora più efficace Cristiano Ronaldo che ha postato una foto della squadra e pollice su, come a dire che comunque la strada è giusta. In effetti se prima sconfitta stagionale doveva essere, è arrivata in un momento in cui dovrebbe rivelarsi indolore. Un pareggio con il Valencia permetterebbe di staccare il biglietto degli ottavi di finale.

Non solo la Juve, ma anche le altre italiane sono a un passo dal passare il girone, evento eccezionale: quattro club tra i migliori sedici d'Europa non li abbiamo dal 2002-03. Come ai bianconeri anche a Roma e Inter può bastare un punto nella prossima sfida. Più grande il passo che deve fare il Napoli, che può passare come primo nel girone della morte ma anche rischiare di uscire dall'Europa. Nonostante due partite contro il Psg in cui avrebbe meritato di fare bottino pieno, ma ha raccolto solamente due punti. L'Inter ha raccolto un punto in due partite contro il Barcellona senza Messi: in una Spalletti ha subito e basta, nell'altra si è salvato con il coraggio. Non sempre il campo, il risultato racconta la verità.

Lo sa bene la Juventus.

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