Salute

Lo sport non fa poi così bene, 180mila ricoveri l’anno

Ginocchia, spalle e caviglie finiscono spesso sotto esame per traumi dovuti all'attività fisica

Lo sport non fa poi così bene, 180mila ricoveri l’anno

Che lo sport faccia bene viene ripetuto in continuazione. Che l’attività fisica non uccida anche. Anzi, ci manterrebbe giovani e in buona salute. Ma gli infortuni per chi la pratica sono quasi all’ordine del giorno. Per l’esattezza nel nostro Paese sono 180mila i ricoveri annuali dovuti all’attività sportiva. La parte del corpo maggiormente interessata è il legamento crociato del ginocchio e i più colpiti sono gli uomini, ben i due terzi. Anche spalle e caviglie non se la cavano meglio, 65mila lussazioni per le prime e 35mila distorsioni per le seconde. Uomini, circa l’80%, troppo sportivi che si fanno più male rispetto alle donne, il 15%. Questi dati sono stati comunicati durante il 103° Congresso nazionale della Società italiana di ortopedia e traumatologia.

Biagio Moretti e Vincenzo Caiaffa, presidenti del Congresso hanno spiegato che “le instabilità articolari coinvolgono nella maggior parte dei casi la spalla (30% dei casi), il ginocchio (35%), il rachide lombare (25%) e la caviglia (il 10%), nei quali la condizione di precaria stabilità favorisce l’insorgenza di artrosi evolutiva” in Italia vengono eseguiti più di 57mila interventi per ridare stabilità a un ginocchio malandato, 36mila per asportare la cartilagine semilunare e 21mila per riparare i legamenti. Anche la spalla risente spesso di questa voglia di attività fisica maschile. Lussazione e instabilità registrano fino a 98,3 su 100mila soggetti interessati annualmente , quelli maggiormente colpiti sono i giovani maschietti. In particolar modo ragazzi tra i 20 e i 29 anni. Allarme riconoscibile di una lesione legamentosa è il forte dolore unito all’impossibilità di compiere il gesto specifico. In aiuto ai giovani sportivi arrivano le tecniche mini-invasive della chirurgia artroscopica, che oltre ad alleviare il dolore facilitano il recupero dopo l’intervento. “Tuttavia il grado di insuccessi e di recidive rimane ancora elevato, in particolare nella popolazione giovanile. Pertanto, ampio è l’ambito di discussione e repentina l’introduzione di nuove e più efficaci tecniche chirurgiche e di protocolli riabilitativi mirati a ridurre il numero di complicanze” hanno aggiunto i presidenti del Congresso. Se proprio vogliamo fare attività fisica cerchiamo di non esagerare e al primo dolore fermiamoci.

Un controllo dall’ortopedico è d’obbligo per evitare di peggiorare la situazione.

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