Cronaca locale

Patto tra Milan e Inter per rilanciare San Siro

Sala apre a quarto anello e affitto di 99 anni «Ma devono trasformarlo in meta turistica»

Chiara Campo

Dopo un pressing durato più un anno Beppe Sala aveva quasi mollato il colpo. Due giorni è arrivato l'atteso colpo di scena. Inter e Milan hanno sottoscritto un'intesa per lavorare insieme al riammodernamento dello stadio di San Siro. La nota ufficiale diramata ieri da due club si mantiene volutamente più vaga, parla della «volontà di lavorare insieme al progetto di realizzazione di uno stadio moderno e all'avanguardia». Un impianto adeguato agli standard attuali «è fondamentale - sottoscrivono - per permettere ai tifosi di godere di un'esperienza unica e per garantire successi dentro e fuori dal campo. Le due società ritengono che uno stadio condiviso sia di primario interesse per tutti gli stakeholder da un punto di vista finanziario, amministrativo e tecnico. I due club stanno valutando una serie di opzioni possibili, inclusa la ristrutturazione del Meazza, e hanno riavviato le attività di analisi delle diverse alternative attraverso la ricostituzione del gruppo di lavoro congiunto». La tempistica è stretta, Milan e Inter ritengono «di poter concludere questa prima fase esplorativa entro la fine del 2018, al fine di procedere rapidamente con le attività progettuali e amministrative richieste per consegnare ai propri tifosi uno stadio moderno nel minore tempo possibile». Giovedì il presidente dei rossoneri Paolo Scaroni e l'amministratore delegato dei nerazzurri, Alessandro Antonello hanno incontrato a Palazzo Marino il sindaco. Ed è Beppe Sala a garantire che la priorità è la ristrutturazione di San Siro, sarebbe d'altra parte improbabile la costruzione di un nuovo impianto di proprietà «in condominio». La volontà comune è di rimanere al Meazza e investire sul restyling, ampliando i posti disponibili nel terzo anello e creando spazi commerciali, di ristorazione e sportivi - il famoso «quarto anello» - sui terreni abbandonati dell'ippodromo del Trotto. Per ottenere uno stadio attrattivo (anche) per i turisti il Comune è disposto a cedere il diritto di superficie ai club per 99 anni, la delibera dovrà passare in consiglio comunale. «Non ci sono più dubbi sulla volontà delle due squadre di rimanere insieme e l'ipotesi principale è la ristrutturazione del Meazza - ha confermato ieri Sala -. Lo giudico molto positivo, ora devono cindividere i progetti e ragionare con noi perchè stiamo parlando dell'area di San Siro, è possibile che qualcosa esca dallo stadio e si trovi una formula perchè la presenza delle due società su quell'area si allarghi. Noi siamo in linea di principio favorevoli ad ogni opzione, anche concessione a lunghissimo termine. Il nostro solo vincolo è che lo stadio, oltre a ospitare bene come sta facendo eventi sportivi, diventi un luogo di attrazione. Nelle altre città internazionali, da Londra a Madrid o Barcellona, buona parte dei turisti va a visitare gli stadi, acquista, fa un'esperienza. Questo non avviene per ora a Milano, per cui si tratta di copiare le buone pratiche con un'interpretazione originale, perchè l'idea di due club di condividere l'impianto non esiste praticamente da nessuna parte, ma io la trovo giusta». E il progetto dovrà prevedere anche, sostiene Sala, un ampliamento delle poltroncine: «Siamo passati da momenti in cui sembrava che lo stadio ideale fosse da 40/45mila posti e adesso i più dicono 55/60mila. L'Inter adesso vive anche un momento di grande appeal, tra gli studi quindi c'è da capire cosa fare sul terzo anello». E la questione dela densità volumetrica e delle destinazioni d'uso nell'area di San Siro e dell'ex Trotto - il «quarto anello» - entra due a piedi uniti nella discussione in corso sul nuovo Pgt. «Bene affrontare il tema adesso, sarebbe stato peggio aver già approvato il Piano del territorio e andare dai club dicendo o così o così» ammette Sala.

Che anticipa: «Dalla settimana prossima si attiverà un gruppo di lavoro, mi pare che da parte delle squadre ci sia la volontà questa volta di procedere tempestivamente».

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