Politica

«Qui è stato un bombardamento ma noi liguri sapremo rialzarci»

Il proprietario del Puny: «Nella disgrazia ci scopriamo uniti»

Antonio Lodetti

Portofino, una delle piazzette più belle del mondo, si cura le ferite dopo i colpi mortali del mare, e lo fa ripartendo dalle sue eccellenze. Come il ristorante del mitico Puny (frequentato dal bel mondo internazionale) oggi curato dal figlio Andrea Miroli, che tiene alto l'orgoglio del paese. «La scorsa notte, dalle 3 alle 6, c'è stata una bomba d'acqua che ha distrutto anche la pavimentazione. Ora in piazzetta ci sono dei grandi buchi». Rovina su rovina, difficile partire con la ricostruzione, ma i portofinesi sono gente dura ed orgogliosa. «Il sindaco Matteo Viacava sta facendo di tutto per consolare e aiutare la gente. Per fortuna è tornata la luce e anche il gas. Rapallo è ancor più danneggiata di Portofino; conosco alcuni marinai che hanno rischiato la vita per salvare la barca, ma i natanti danneggiati gravemente sono tantissimi. La gente di Santa Margherita, di Rapallo e di Portofino si è unita per lavorare insieme, ma non credo, come dicono, che tutto sarà a posto per marzo».

Oltre al danno economico, bisogna ripartire dalle attività quotidiane. «Il borgo si raggiunge solo via mare - prosegue Miroli - hanno istituito un apposito servizio di battelli per gli spostamenti e per permettere ai bambini di tornare a scuola; non possiamo permetterci di fermarci, anche se pare che ci sia stato un bombardamento. Poi c'è un servizio di traghetti che trasportano le macchine dei residenti che sono rimaste intrappolate a Santa Margherita. Molti di noi si trovavano fuori la notte dell'inondazione. Io stesso ho portato mia mamma, che è molto anziana, a Santa Margherita, dove i danno sono molto minori».

Il turismo, fiore all'occhiello del Tigullio, riuscirà a ripartire? Gli hotel, i negozi esclusivi, i ristoranti storici come se la caveranno? «Cercheremo di riaprire il più presto possibile e di rimediare al disastro fatto dal mare. Io non sono un tecnico ma ho sentito che stanno studiando alcune soluzioni alternative per la viabilità. Si è parlato anche di un ponte che colleghi Rapallo, Santa Margherita e Portofino. Fortunatamente siamo entrati in una stagione in cui Portofino è poco frequentata, il turismo è al minimo d'inverno. Oggi sarò anch'io della partita e darò una mano, nel mio piccolo, ai lavori per ripristinare la piazzetta. Sono contento perché comunque, al di là delle divisioni, ho visto tanta solidarietà. Noi italiani siamo così, e anche noi liguri, nonostante siamo di carattere chiuso, nel momento del bisogno sappiamo mettere da parte qualsiasi divergenza o problema».

Un cammino impervio dunque attende Portofino e le sue attrattive, ma la volontà non manca. «Nessuno si tira indietro nel lavoro di restauro, e poi c'è l'esercito e la protezione civile.

Speriamo solo che non finisca come il ponte Morandi, dove non hanno ancora fatto niente», dice con scaramanzia Miroli.

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