Cronaca locale

La Filarmonica e Vengerov Prove aperte, poi concerto

L'orchestra stasera in teatro per gli ultimi «ritocchi» Domani Chailly dirige la prima della nuova stagione

Luca Pavanel

Stasera «Prove aperte» alla Scala, domani il debutto della 37esima stagione di concerti della Filarmonica in teatro e, sempre in ambito sinfonico, a partire da gennaio, la tournée dell'orchestra in alcune delle maggiori capitali europee; senza contare - venerdì 7 dicembre per quanto riguarda l'opera - la Prima dell'«Attila» di Giuseppe Verdi. Un calendario fitto.

Per il direttore musicale del Piermarini, il maestro Riccardo Chailly, da oggi dunque si apre un periodo «di fuoco» che certamente non lo spaventerà. Un inizio di stagione con brani del repertorio novecentesco che apprezza particolarmente e «regala» volentieri (di Sostakovic «Concerto per violino n.1 op. 77», messo a confronto con il «Concerto per orchestra» del 1943 firmato Bartók); sul palco un solista d'eccezione come Maxim Vengerov, basti dire che ha avuto come mentore il gigante Mstislav Rostropovich. «Uno degli elementi artistici che sin dall'inizio hanno reso particolarmente fruttuoso il mio rapporto con l'orchestra è stata l'alternanza continua del grande repertorio classico con il Novecento storico», ha affermato Chailly»). E ancora, procedendo per ordine.

Parlando degli appuntamenti che lo vedono protagonista, il direttore principale dalla Filarmonica tiene molto pure alle «Prove aperte», momento di verifica finale: a conti fatti dieci anni di attività che hanno prodotto oltre un milione di euro no profit, per il sociale. E una mano al pubblico. «Credo sia molto importante, un aiuto a chi è in sala - ha spiegato - Perché in pochi minuti comunico un indirizzo di ascolto sulla scelta del programma e sul senso della collaborazione con i musicisti dell'orchestra». In questa occasione si avrà la possibilità di vedere il lavoro di «scavo» e messa a punto di opere sinfoniche tanto complesse quando affascinanti, tra l'altro offerte all'ascolto in teatro - per quanto riguarda il solismo - attraverso un suono antico e inimitabile come quello dello Stradivari ex-Kreutzer del 1727 impugnato dal virtuoso di Novosibirsk. Ma ora un'occhiata alle note scritte su questi capolavori.

Il primo concerto in scaletta, datato 1948, viene legato a un clima politico-sociale di Mosca che aveva appena vinto la guerra mondiale. Per «Stalin era tempo di riannodare le fila verso la creazione del Nuovo Uomo Sovietico», viene spiegato. E Sostakovic si deve adattare al nuovo corso, dopo aver contribuito a diffondere un'immagine patriotica; da qui «Poema sulla patria» e l'«Ouverture festiva op.96». Segue il lavoro bartokiano, «di cui si coglie benissimo l'equilibrio precario tra musica d'arte e musica popolare, tonalità e atonalità, caos e ordine». Insomma, contrasti a tinte forti. Unione Sovietica e Ungheria, sguardo profondo a Est dell'Europa. Un'area geografica in termini musicali spesso approfondita da Chailly, in particolare i russi e oltre il succitato, pure Rachmaninov, Cajkovski e Stravinski. Senza contare i pilastri europei; per il 2020 a esempio c'è in previsione un progetto con tutte le sinfonie di Beethoven, per il 250esimo anniversario della sua nascita. Non basta, gran finale con il tour d'inverno già accennato.

La Filarmonica - tra un concerto e l'altro della stagione milanese - partirà alla volta di Madrid, prima tappa del 23 gennaio; a seguire Parigi (il 25), il giorno dopo Dortmund, poi il 28 Amsterdam.

Con un primato che verrà raggiunto da Re Riccardo: ottanta concerti all'estero con gli scaligeri.

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