Cronaca locale

Per Tav e Pedemontana scende in piazza la Milano della crescita

Le imprese temono l'effetto recessivo dei «no» Centrodestra contro l'immobilismo a 5 Stelle

Alberto Giannoni

In piazza non c'erano i partiti, c'era l'Italia che vuole non si rassegna al declino. Che chiede infrastrutture. Che dice sì al lavoro e no all'immobilismo. Di questa Italia, Milano è l'avanguardia. E c'era un bel pezzo di Milano, ieri, in piazza Castello a Torino, dove 40mila persone hanno manifestato per dire sì alla Tav.

Il timore generalizzato è una nuova recessione. Le preoccupazioni serpeggiano. Assolombarda ha calcolato che nel terzo trimestre 2018 c'è stato un brusco calo della domanda di lavoro in somministrazione: -37%. Effetto del decreto dignità. E il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi ha chiesto al governo di focalizzarsi sulla crescita, prendendo atto che i provvedimenti della legge di bilancio non vanno in questa direzione.

Per chiedere di accantonare le politiche che bloccano la crescita, a Torino c'erano anche la coordinatrice di Forza Italia in Lombardia Mariastella Gelmini e il suo vice Pietro Tatarella. «L'Italia ha bisogno di tanti sì - ha detto la capogruppo alla Camera - ha bisogno di correre veloce verso il futuro, verso la crescita. E questa manifestazione, priva di ogni connotazione politica, ha un grande significato simbolico». Tatarella è stato fra i primi ad annunciare la sua partecipazione: «Orgoglioso di essere venuto a Torino - ha detto - È doveroso schierarsi tra chi crede nella crescita e non nell'assistenzialismo, tra la scienza e l'ignoranza». Ma Tatarella vuole stanare anche la Lega: «Le colpe di queste scelte non sono solo dei grillini - ha aggiunto - i leghisti inizino a prendersi le proprie responsabilità perché sono complici. Forza Italia ha sprecato tempo attaccando solo i 5 Stelle cercando di preservare un'alleanza che si sta dissolvendo». «Siamo all'opposizione di questo governo e dobbiamo rimarcarlo con orgoglio» ha concluso.

Ma anche nella Lega, la voce di chi è insofferente ai no dei 5 Stelle è sempre più forte. Il ministro dell'Agricoltura, il pavese Gianmarco Centinaio, ieri si è detto convinto «che la Tav sia una struttura che serve». E a queste latitudini la Lega non ha dubbi. Vale per Andrea Monti, vice capogruppo in Regione. Ma anche per Max Bastoni, consigliere regionale e comunale, secondo il quale Tav e anche Pedemontana sono «assolutamente da fare». Anche il capogruppo comunale Alessandro Morelli ha chiarito che non si può «fermare tutto». D'altra parte due giorni fa ha proposto di portare il limite di velocità in autostrada a 150 chilometri orari.

Pedemontana è un nodo fondamentale. Il Consiglio regionale, a larga maggioranza, pochi giorni fa ha votato una mozione che chiede al governo di prendere «una chiara posizione a favore dello sviluppo e del completamento delle infrastrutture strategiche». Ed è stato accolto un emendamento del presidente della Commissione Territorio Angelo Palumbo (FI), che ha integrato il testo con la necessità di riconoscere come priorità anche la Pedemontana.

Il documento è stato approvato con 53 voti a favore e 11 contrari: voto contrario è stato annunciato dai 5 Stelle.

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