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Chiusure domenicali, Sala pronto al referendum

Il sindaco di Milano prosegue lo scontro con i gialloverdi. Battaglie su metro e Olimpiadi

Chiusure domenicali, Sala pronto al referendum

Milano - Un mese dopo la débâcle del 4 marzo il sindaco di Milano Beppe Sala aveva tentato di dare un suggerimento al Pd a pezzi: «Non lasci temi come sicurezza e difesa del Nord alla Lega, anche la sinistra deve dire la sua». Sette mesi dopo, i dem sono ancora incartati sulle primarie («non hanno senso, così ci si fa del male» ha dichiarato Sala) e l'ex manager Expo si sta ritagliando un ruolo di leader della sinistra che dal Nord che potrebbe portarlo lontano. Il ruolo di sindaco, fuori dalle dichiarazioni ufficiali, gli sta stretto.

Ieri è continuato il match a distanza con i vicepremier Di Maio e Salvini sul tema della chiusura domenicale di negozi e centri commerciali. Sabato aveva definito l'ipotesi «una follia, Di Maio lo faccia ad Avellino ma non rompa le balle a Milano che ha 9 milioni di turisti e un modello che funziona». Ieri ha avvisato che se dovessero approvare una legge nazionale promuoverà un referendum, per opporsi. «Anche noi - puntualizza - tuteliamo i diritti dei lavoratori, anzi approfondirò ancora meglio il tema con i sindacati. Ma da qui a generalizzare con una legge non esiste, quello che va bene per Milano può non funzionare nel Paese ma io difendo la mia città». Al leader della Lega che si è schierato con Di Maio, invitando Sala a «stare più attento ai problemi di Milano» ribatte che «Salvini fa quello che deve fare, difende Di Maio. Ma non sono convinto la pensi esattamente così, anche perché vorrebbe dire che si è un po' allontanato da quella che è la mentalità del Nord e su questo, fossi in lui, starei un filo attento». Al governo pentastellato sempre ieri ha mandato a dire che organizzerà a breve con il consiglio comunale di Monza - targato Forza Italia - una seduta congiunta per «chiedere i 700 milioni di euro per il prolungamento della metropolitana tra le due città, se non ce li danno salterà l'opera». Nella rappresentazione della «sinistra del fare» Sala ha difeso Tav e terzo valico («realizzarle è un interesse di tutto il nord, sarebbe un errore bloccarle») e avvisato che sarebbe pronto a portare in aula il Bilancio 2019 ma «Roma ci blocca, ci sono 170 milioni di trasferimenti in bilico». E col presidente leghista Luca Zaia sarà a Tokyo a fine mese per lanciare la candidatura alle Olimpiadi invernali 2026 Milano-Cortina. L'indotto viene stimato intorno ai 5 miliardi.

Di Maio non vuol metterci un euro.

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