Economia

Dall'Istat alla Corte dei Conti : Pil fermo col reddito dei M5s

Con l'introduzione del sussidio grillino si prevede una crescita dello 0,2%. E la Corte dei Conti ora "smonta" la manovra

Dall'Istat alla Corte dei Conti : Pil fermo col reddito dei M5s

La manovra adesso entra nel mirino di Istat e Corte dei Conti. L'istituto di statistica di fatto smonta le stime del Def sulla crescita: "Per raggiungere una crescita del Pil dell'1,2 per cento, in termini meccanici, sarebbe necessaria una variazione congiunturale del Pil pari al +0,4% nel quarto trimestre dell'anno in corso". L'Istat ha poi analizzato alcune delle misure principali che entreranno in manovra. Tra questi c'è senza dubbito il reddito di cittadinanza che di fatto avrà un effetto davvero limitato sulla crescita: "Sotto l'ipotesi che il Reddito di cittadinanza corrisponda a un aumento dei trasferimenti pubblici pari a circa 9 miliardi, secondo le simulazioni effettuate il Pil registrerebbe un aumento dello 0,2% rispetto allo scenario base", mentre "questa reattività potrebbe essere più elevata, e pari allo 0,3%, nel caso in cui si consideri l'impatto del Reddito di cittadinanza come uno shock diretto sui consumi delle famiglie". L'Istat poi segnala anche l'impennata del peso fiscale sulle imprese proprio con le misure previste in manovra.

"Nel complesso i provvedimenti" sulla tassazione delle imprese "generano una riduzione del debito di imposta Ires per il 7% delle imprese, mentre per più di un terzo tale debito risulta in aumento. L'aggravio medio di imposta è pari al 2,1%: l'introduzione della mini-Ires (-1,7%) non compensa gli effetti dell'abrogazione dell'Ace (+2,3%) e della mancata proroga del maxi-ammortamento (+1,5%)", si legge nel report dell'istituto di statistica. Ma quella dell'Istat non è una voce isolata. Anche la Corte dei Conti punta il dito contro la manovra: "La ''polarizzazione'' delle risorse su ''limitati interventi'', decisa dal governo per la manovra del 2019, si ''traduce in una carenza di risorse per affrontare nodi irrisolti e garantire un adeguato livello di servizi in comparti essenziali per la collettività", ha affermato il presidente della Corte, Angelo Buscema. Nel mirino anche i conti indicati nella legge di Bilancio: "La manovra, che deroga la data per raggiungere il pareggio di Bilancio e si basa su un aumento della spesa, presenta "ristretti margini di sicurezza" anche in merito al "proseguimento della discesa del debito-pil", ha aggiunto Buscema. Insomma la manovra comincia ad essere messa sempre più in discussione. Adesso per il governo si apre un fronte interno dopo quello con Bruxelles. L'analisi sulla crescita da parte dei magistrati contabili è chiara: l'obiettivo dell'1,5% del Pil è davvero lontano. "L’obiettivo della crescita dell’1,5% per il 2019 richiederebbe una ripartenza particolarmente vivace, e una ripresa duratura. A partire dalla scorsa estate, le attività economiche hanno registrato un rallentamento nell’intera Area dell’euro, ed in Italia in misura più accentuata - si legge ancora nella relazione della Corte dei Conti -. Per il nostro Paese, il dato più significativo è naturalmente la stima preliminare del Pil per il terzo trimestre, che segna una stagnazione rispetto ai tre mesi precedenti ed una crescita tendenziale dei primi mesi pari all’1%".

Insomma il piano dei gialloverdi è destinato a fallire.

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